Speciale Muskelrock 2019


Rok and Roll On The Sea - Festa del Redentore


Ciao Alex!


L'Antro di Ulisse Vol. XXII


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"Beyond The Fade"

 

 

 

 

 

RECENSIONE: The Poodles “Performocracy”

The Poodles "Performocracy"

(Frontiers)


Per Chi Ascolta: hard rock melodico con taglio moderno

Tornano i Poodles, band svedese che è già giunta al quarto episodio in studio, nonostante i pochissimi anni di attività. Dopo un live album (con annesso film su DVD), i "barboncini" tornano all'attacco, due anni dopo "Clash Of The Elements". E lo fanno confermandosi con un altro lavoro che, pur mantenendo l'identità della band (riconoscibile dal primo all'ultimo refrain), ha una propria, forte, personalità ed è sicuramente riuscito. I nostri non mancano di usare una formula già ben sperimentata, con tanti cori riusciti e ad ampie melodie alternate a momenti più spigolosi. Non ci sono lunghe intro e così siamo subito nel vivo di "I Want It All", secondo singolo estratto: quanto ci vuole per scaldare i motori, seppur un po' leggerina e semplice nel complesso. Andando avanti si sale di tono, la band pare fare meno ricorso ad alcuni esagerati modernismi degli esordi, pur suonando fresca e al passo con i tempi, rimane ancorata sufficientemente ai classici. Si prosegue così con atmosfere pompose e a tratti muscolose, passando per l'imponente "Until Our Kingdom Falls" e la grintosa "I Believe In You", attraversando la catchy "Cuts Like a Knife", fino alla ballatona "As Time Is Passing", semplice ma al tempo stesso efficace e ben piazzata nel mezzo dell'album. Il secondo "lato" ci riserva ancora alcuni passaggi notevoli, fra cui la energica "Your Time is Now" o la eighties "Bring Back the Night" che lasciano spazio anche ad alcuni modernissimi stacchi come quello di "Action!" o "Love is All". Sul finale, troviamo l'accattivante "Vampire’s Call" poco prima di chiudere sulla lineare "Don’t Tell Me". Un lavoro intriso di gran classe e pieno di momenti di grande spessore. Sopra le righe, ancor più che nelle precedenti uscite la personalità e ugola di Jakob Samuel, puntuale e azzeccata in quasi ogni punto di questo full lenght. Henrik Bergqvist, subentrato tre anni orsono a Pontus Norgren -trasferitosi agli Hammerfall- si è perfettamente integrato con il resto della band e da il suo grande apporto su ogni singolo pezzo. Un disco che li conferma e li innalza nell'olimpo dell'hard rock melodico europeo!


 

Momento D'Estasi: "I Believe In You", spicca sulle altre in mezzo a tanti refrain di grande impatto.

Pelo Nell'Uovo: C’è qualcosa in meno nella seconda parte di un disco comunque ben scritto nel complesso!