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Profusion "Phersu" (Progressive Promotion Records)
Per Chi Ascolta: Progressive Metal Gli italiani Profusion per il loro terzo album scelgono il colore bianco. L'artwork cartonato che supporta il cd, compreso il libretto dei testi, prevalentemente è di colore bianco e credo pure di averne capito il perché e anche se così non fosse, mi piace crederlo: il bianco è l'insieme dei colori e "Phersu" è analogamente un insieme di stili, che variano dal Rock, Metal, Pop, Fusion e Progressive Rock. La musica dei Profusion in definitiva è bianca. Tornano dopo il buon "Rewotower" del 2012 con dieci nuove storie da raccontare, ma la più bella a mio avviso è che quando acquistate questo disco, oltre che il piacere di ascoltare buona musica, avrete anche il piacere di donare soldi all'AIMA, organizzazione no-profit che supporta la ricerca contro l'Alzheimer. La tecnica a disposizione di Vladimer Sichinava (batteria), Gionatan Caradonna (tastiere), Luca Cambi (basso) e Luca Latini (voce) è importante, così come l'intesa che si manifesta già dall'iniziale "Snooze", canzone con richiami Dream Theater e non solo. Nel viaggio sonoro ci si imbatte spesso in melodie gradevoli e inesorabilmente, visto il genere in questione, in fantasmagorici cambi di tempo. Tutto sembra essere apparentemente semplice in "Phersu", scorrevole e orecchiabile, ma così non è, ogni tanto i Profusion destabilizzano, fuggono dal filone logico del binario "canzone", per poi deragliare nuovamente e ritornare nelle linee guida. La produzione sonora è cristallina, pulita tanto da distinguere nettamente gli strumenti e così, una volta tanto i tappeti di tastiere non sono così invasivi da sovrastare tutti gli altri strumenti, come spesso accade nel Metal Prog. La voce è pulita, e non cerca di strafare, mentre la sezione ritmica è la forza del gruppo, precisa e ricca di virgole. Non c'è una suite, non serve necessariamente per risultare Progressive Rock, ci sono canzoni, e frangenti che alla mia memoria fanno tornare emozioni scaturite nel tempo anche da album come "Metropolis Part 2" del teatro dei sogni. Ci sono quindi molti momenti che mi hanno colpito, il simil-Folk alla Gentle Giant all'inizio di "Forgetful Hero", la bella voce dell'ospite Anita Rachvelishvill in "Wrinkled Maiden", oppure la dolcissima "Forbidden". Quando un disco si basa su melodie armoniose, è facile centrare l'obbiettivo del piacere all'ascolto. "Phersu" è dunque un lavoro onesto, maturo e professionale, sotto molteplici punti di vista, tuttavia chi non ama molto lo stile Dream Theater potrebbe avere qualche obbiezione a questa mia critica. Si, questa musica è bianca
Momento D'Estasi: L'impatto sonoro nitido che scaturisce anche da un ascolto ad alto volume Pelo Nell'Uovo: Alcuni momenti ripetitivi, pur sempre gradevoli
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