Speciale Muskelrock 2019


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Recensione: Rage Of Angels "Dreamworld"

Rage Of Angels "Dreamworld"

(Escape Music / Frontiers)

Per Chi Ascolta: Hard Rock Melodico di gran classe

Ged Rylands, cosa ci dice questo nome? Sappiamo che è stato fra i membri fondatori dei Ten e vi è rimasto sino al doppio live "Never Say Goodbye", che ha suonato sull'acclamato album solista di Hugo (Valentine) nel 1996, quindi si è unito ai Contagious e al guitar-wizard Danny Danzi. Poi un lungo silenzio di una decade per accompagnare da solo la crescita della propria figlia (i complimenti per tale scelta non hanno prezzo) ed il ritorno sugli albums di Omega, Scar For Life e Lover Under Cover, quindi l'ingaggio come touring member dei Tyketto nel 2012 . In tutto questo periodo Ged non ha smesso di comporre musica e la sua costanza viene premiata con "Dreamworld" pubblicato a nome Rage Of Angels e con una lunga lista di nomi che hanno partecipato alla sua realizzazione. Il genere è un solido hard rock melodico di elevato tenore qualitativo e di grande cura esecutiva, un album che nella golden age del genere avrebbe fatto sfracelli fra i fans, ma che al tempo stesso non mostra dannose concessioni nostalgiche ad un periodo irripetibile. Un voce robotica di fanciullo introduce "Dreamworld" (opener e titletrack), un imperioso e suggestivo tempo medio cantato da Matt Alfonzetti, il cui refrain parzialmente ricorda (inevitabilmente, direi) i Ten e comunque mantiene una sua certa identità e finirà col risultare uno dei migliori episodi del cd. La seguente "See You Walking By" si concentra su sonorità più dure e veloci sfoderando un accattivante refrain facile da memorizzare e la prestazione di Harry Hess al microfono qua è di buonissimo livello. Robert Hart (Bad Company) ha il compito di domare l'incandescente "Through It All" che parzialmente si rifà ai Bad Company del suo periodo e li mescola con la muscolarità dei Ten per un riguardevole risultato finale. "Over And Over" richiama l'AOR dei classici Journey e Danny Vaughn (Tyketto) al microfono rende ancor più evidente tale accostamento, un brano che potrebbe funzionare da singolo per qualche video o passaggio radiofonico mirato; "Prelude For The Gods" è un breve interludio strumentale per sole tastiere, una maniera suggestiva per introdurre la dura e minacciosa "Falling" con Ralf Scheepers (Primal Fear) alla voce il quale, seppur abituato a territori meno melodici, riesce a calarsi con professionalità e partecipazione nel ruolo assegnatoli e un simile 'diversivo' mi ha intrigato non poco. La voce di David Reed Watson e la chitarra di Tommy Denander sono protagoniste in "The Beating Of Your Heart", semi-ballad sospesa fra sognanti atmosfere e intense parti vocali, un brano che piacerà sia ai fans dell'AOR che a quelli del prog rock meno ortodosso. Insomma, bella! Ancora class-rock di stampo americano anni ottanta in "Spinnin Wheel" e qua Danny Vaughn offre un'interpretazione più personale e sfacciata, ma i duelli chitarra/tastiera alzano il livello di attenzione che altrimenti non avrebbe meritato i quasi otto minuti di durata. "Requiem For A Forgotten Soldier" è una lungo brano strumentale ed essenzialmente il campo di battaglia ove si sfidano Ralph Santolla (Deicide, Obituary, Iced Earth) e Vinny Burns (Ten, Asia, Ultravox), ma al sottoscritto dopo poco è montata un pò di noia... me ne scuso con gli eccellenti esecutori, ma... L'ultima parola è affidata a "We Live, We Breathe, We Die", una semi-ballad magistralmente cantata da Robert Hart che la permea della sua classe e passione, con la chitarra solista curata da Vinny Burns che contribuisce non poco all'emozionante crescendo e sfodera uno dei suoi migliori assoli nella miglior memoria di Gary Moore. Segnalo che quasi tutte le canzoni non si limitano ai tre minuti scarsi di durata, ma si confrontano con durate oltre i cinque minuti e il fatto che (a parte l'eccezione appena citata sopra) tengano desta l'attenzione dell'ascoltatore sono un'ulteriore dimostrazione della buona riuscita complessiva di "Dreamworld". Prima di chiudere mi piace citare la presenza di Martin Kronlud (ch), Pera Johanssen (bt) e Michael Carlsson (bs), oltre a Neil Fraser (Ten) che si è occupato di molte parti soliste, mentre le restanti chitarre sono a cura di Martin e Ged. Non siate timidi e accogliete nella vostra discografia i Rage Of Angels, non saranno messi da parte tanto facilmente nè tanto presto!


 

Massima Allerta: tanti sono gli spunti incastonati un pò in tutte le canzoni che resta difficile scegliere qualche canzone in particolare

Pelo Nell'Uovo: semi-inutile la strumentale Requiem For A Forgotten Soldier