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RECENSIONE: Ravenscry “One Way Out”

Ravenscry “One Way Out”

(Wormholedeath/Dreamcell11)


Per Chi Ascolta: Gothic metal, Within Temptation, Lacuna Coil.

Avevo già avuto modo di recensire in maniera entusiasta il loro Ep omonimo un anno fa e attendevo con ansia il debutto. I Ravenscry non hanno deluso. La loro sapiente mescolanza di metal moderno ed elettronica più l'incantevole e versatile voce di Giulia hanno portato al panorama italiano una ventata di aria fresca. Non nascondo che il metal con voce femminile stia mostrando un po' la corda ultimamente, preso com'è dai suoi soliti cliché e non posso non apprezzare il tentativo di questi ragazzi di ravvivare la scena. L'opener “Calliope”, già presente nell'ep è un pezzo catchy in cui i riff di chitarra si uniscono alle tastiere e al synth di sottofondo e la voce di Giulia è il trait-d'union perfetto. Si muove leggiadra tra un registro più classico e uno più pulito, padroneggiando entrambi. “Elements Dance” si apre acustica per continuare su ritmi più sostenuti acquistando in maestosità senza perdere leggiadria. Continuo a sostenere che il talento della vocalist aggiunga molta eleganza alle composizioni. Segue “Nobody”, la mia preferita dal loro Ep. L'espressività qui raggiunge una delle vette dell'album, seguendo le trame elettroniche e quelle delle chitarre. “A Starless Night” ha un che di epico nel suo andamento mid-tempo punteggiato di tastiere che si indurisce verso la parte centrale e porta ad un break melodico che chiude e ci introduce alla suite in tre parti “Redemption”. “Rainy” è la prima, una delicatissima e commovente ballata per piano e voce in cui Giulia dà dimostrazione della sua bravura. Si unisce a “Reflection”, pezzo sinfonico per soli strumenti e alla finale “Far Away”. Più heavy delle due precedenti, si mantiene comunque su ritmi medi ed è impreziosito da un assolo nel bridge. Adoro la maniera in cui le linee vocali sono letteralmente intessute sulla musica, offrendosi come vero valore aggiunto alla musica. “Embrace” è una traccia più puntata all'aspetto orchestrale del resto del lotto, tastiere e synth hanno il sopravvento, al contrario di “Journey”, decisamente più guitar-oriented e aggressiva, così come “Back to Hell” che a tratti assume caratteristiche inquietanti. Vocals leggermente filtrate in “This Funny Dangerous Game” che ancora una volta mostra il lato più heavy della band, senza mai rinunciare alla melodia. “My Bitter Tale” è un pezzo particolare, con un intro di sola elettronica e voce (qui Giulia mi ha ricordato Skin degli Skunk Anansie) ricco di energia. “One Way Out” è un debutto veramente interessante che lascia aperte le porte ad un'evoluzione ancora più positiva del sound dei Ravenscry. Ascolto consigliato a tutti gli amanti del genere.


 

Momento D'Estasi: “Rainy” è veramente toccante.

Colpo Di Sonno: Album godibile in tutte le sue sfaccettature.