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Recensione: Ravenscry “The Attraction of Opposites”

Ravenscry "The Attraction of Opposites"

(Revalve Records/Audioglobe)


Per Chi Ascolta: dire gothic metal o simili è alquanto restrittivo per loro, direi meglio per gli amanti della buona musica.

Seguo i Ravenscry da quando recensii il loro primissimo lavoro, e da allora non ho smesso di apprezzarli. Nel panorama metal italiano che non ha mai offerto qualcosa che sapesse veramente interessarmi, rappresentano una piacevole eccezione e questo loro secondo album "The Attraction of Opposites" è una conferma di quanto detto. L'album è basato, come ben esprime il titolo, sul concetto degli opposti, visti come contrasto o possibile complementarità anche a livello musicale. La tracklist è stata costruita opponendo una traccia all'altra; così abbiamo l'opener "Luxury of A Distraction" verso la canzone di chiusura "ReaLies", la seconda "The Witness" verso la penultima "Your Way" e così proseguendo. Le sei contrapposizioni sono poi raccolte e sintetizzate in "Cynic", significativamente al centro dell'album tra una metà e l'altra. I Ravenscry propongono tredici composizioni in cui il loro sound è ben riconoscibile con nuove aggiunte. Ascoltate per esempio "Alive" con l'emozionante intro di tastiere, archi e sassofono che aggiungono un tocco jazz al tutto, oppure il bel singolo "Missing Words" che racchiude il loro animo più dark e melodico e impreziosito da un ritornello drammatico e dalla meravigliosa voce di Giulia. Io la ritengo uno dei talenti principali nella scena italiana del genere, anche superiore a voci più note. Espressiva, moderna e raffinata come poche. Non mancano momenti melodic death come in "Touching The Rain" o nella seguente "Cynic" per un album che può quindi piacere a palati diversi. Da feticista delle produzioni ben fatte, non posso che dire che i nostri si difendono bene anche in questo campo, reggendo bene il confronto con più blasonati colleghi. Consigliato caldamente.