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Recensione: Reverie “Wandel”

Reverie "Wandel"

(Napalm/Audioglobe)


Per Chi Ascolta: Gothic rock, gothic metal, Lacrimas Profundere, HIM.

I tedeschi Reverie debuttano con “Wandel” e lo fanno col botto, con mia estrema sorpresa. La musica da loro proposta è un gothic rock a tinte forti, che a tratti si indurisce notevolmente fino a diventare metal. Lo stesso vocalist, Max Leonhardt, sottolinea il cambio con il passaggio da un timbro pulito a vocals aggressive. Il tutto spolverato con una pioggia di tastiere che ingentiliscono le partiture, dando quel tocco tipicamente gothic. Un esempio magistrale è l'opener “Sturm” in cui compare anche una voce femminile ad intrecciarsi con quella del frontman. Le seguenti “Heliodromus” e “Nebel” si mantengono sul filo della melodia, tranne un breve stacco strumentale nella seconda spezzato come sempre dalle tastiere e dall'elettronica. “Mond” è stata scelta dalla band per presentare l'album ed è orecchiabilissima, con un ritornello corale vagamente danzereccio, che non può fare a meno di restare stampato in testa. Merito dell'elettronica, presente in abbondanza come supporto alle chitarre e alla sezione ritmica. In “Sommer” le tastiere scompaiono, per lasciare spazio ad un rock melodico, ma meno barocco con un feeling comunque radiofonico. Più cupa l'atmosfera in “Hexe”; la musica lo conferma, passando a riff più decisi che sforano nel metal, con un tocco industrial nel chorus. Le tastiere tornano numerose in “Abgrund”, altro pezzo che potrebbe fare da potenziale singolo, mentre “Die Stadt” è meditabonda, lenta, man mano acquista volume e lo perde di nuovo. Crea un'immagine grigia così come quella della “città” del titolo. “Ewigkeit” è una power ballad, molto melodica e dall'atmosfera piuttosto malinconica. La title-track continua il sentiero segnato dalla precedente, salvo una svolta poco dopo la metà. Il clima diventa più da gothic-doom e la voce si trasforma in un growl profondo. “Erinnerung” chiude l'edizione standard del cd ed è un grazioso strumentale per solo piano. La prima bonus track “Schwarze See” ha una durata di molto superiore alle canzoni che l'hanno preceduta ed un mood oppressivo che la portano in territori quasi doom. Così si trascina per più di sette minuti tra chitarre accordate un tono sotto e vocals gutturali. Un vero pesce fuor d'acqua rispetto al resto dell'album. “Ruhmlos” ricorda i Rammstein nel suo andamento marziale e addirittura nel finale assume contorni death/black con un'accelerazione improvvisa. Chiude l'album, la versione extended di “Mond” con la partecipazione di Michael Rhein degli In Extremo alla voce. Debutto validissimo per questa giovane band, orecchiabile ma non banale; con un occhio alla melodia e l'altro all'aggressività metal. Non manca la commistione di generi realizzata in maniera efficace. Consigliatissimi!


 

Momento D'Estasi: Le tastiere di “Sturm”, ottima maniera per tuffarsi in “Wandel”.

Pelo Nell'Uovo: album apprezzabile dall'inizio alla fine senza mai calare nella qualità.