Speciale Muskelrock 2019


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Recensione: Running Wild "Shadowmaker”

Running Wild "Shadowmaker”

(SPV/Steamhammert)

Per Chi Ascolta: Heavy metal classico, Accept, Judas Priest.

Ed eccolo qui il risultato di uno degli scioglimenti più brevi nella storia della musica, “Shadomaker”, album numero quattordici per i pirati guidati da Rock N' Rolf. Non di vera e propria reunion si tratta, bensì possiamo parlare più di progetto portato avanti dal vecchio capitano, tanto che tra i musicisti a supporto compare il solo Peter Jordan per alcune parti di chitarra. Ma trascuriamo le motivazioni, nemmeno tanto oscure, dietro a questo ritorno, e sotto con la musica. I primi secondi dell'opener “Piece Of The Action” lasciano un po' interdetti, basso in evidena e voce sussurrata non promettono nulla di buono, anche se poi all'ingresso delle chitarre la canzone prende quota e si rivela un piacevole brano di vigoroso hard rock. Proprio questa sterzata verso sonorità anni '70, accentuata da riff semplici e diretti e da un cantato raramente aggressivo, è la grande novità dei Running Wild annata 2012. Non sempre riuscita, perchè pezzi come “Locomotive”, “Into The Black” o Sailing Fire”, nonostante quest'ultima ammicchi alle care tematiche piratesche, scorrono senza lasciare traccia. Molto meglio una ruffianata come “Me & The Boys”, anthem alla Kiss decisamente inusuale ma che in fondo fa presa, anche se qualcuno si vergonerà ad ammetterlo. A risollevare le sorti del classico metal l'arrembante “Riding On The Tide” e gli unici brani spediti, entrambi ben riusciti, l'autobiografica “I Am Who I Am” e la title track, con giri di chitarra e linee vocali che si alternano e rincorrono in un ideale duello Gillan-Blackmore ad alta velocità. Chiudono i sette minuti di “Dracula”, che nelle intenzioni vorrebbe evocare atmosfere epiche ed horror, risultato ottenuto solo in parte a causa di un songwriting troppo lineare e ripetitivo che finisce con il dilatare la canzone. Si poteva fare di più? Certamente, però in fondo per quelli della vecchia guardia risentire la voce di Captain Rolf è un po' come incontrare di nuovo dopo tanto tempo un amico di infanzia, siamo cambiati ed invecchiati ma siamo ancora qui, e questo ci fa stare un po' meglio.


 

Momento D'Estasi: il vecchio metal piratesco di “Riding On The Tide”

Colpo Di Sonno: “Black Shadow, l'unico pezzo veramente brutto del disco.