Recensioni: Where The Sun Comes Down "Ten Years Like in a Magic Dream"
Recensioni: Paolo Siani ft Nuova Idea
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Shannon "Circus Of Lost Souls" (Mad Association)
Per Chi Ascolta: Melodic Hard 'n' Heavy europeo con puntate nel party metal americano I francesi Shannon furono fondati all'inizio del 1999 da Patrice Louis (ch) e Thierry Dagnicourt (tast) cui presto si aggregarono Olivier Del Valle (vc, ex-Jannylee), Claude Thill (bs, ex-Der Kaiser) e Maxence Pilo (bt, ex-Heavenly), i quali si misero al lavoro per creare un hard rock melodico a cavallo fra la tradizione americana ed alcune soluzioni più tipiche della NWOBHM che nel 2003 si trasferirono nel loro debut album, descritto come una sorta di combinazione fra Fair Warning, Danger Danger e Dokken. Due anni più tardi Nicolas Fixy (bs) e Benjamin Bergerolle (bt), entrambi provenienti dalla prog band francese Tai Phong, rimpiazzarono Claude e Maxence. Ancora due anni ed ecco pubblicato "Angel In Disguise", il loro secondo album seguito da un lungo silenzio discografico. Solo oggi, infatti, esce "COLS" con Philippe Sassard e Jean-Marc Anzil (tutti e due ex Square) a sostituire i dimissionari Nicolas e Benjamin. Le tredici nuove canzoni mantegono l'impronta melodica e potente che ha caratterizzato le precedenti uscite della band con una maggiore inclinazione verso gli stili europei che hanno fatto le fortune di acts quali Pretty Maids, Pink Cream 69 e Gotthard e Jaded Heart, anche se talora emerge un senso di indecisione nella strada da percorrere con relativi riflessi negativi sul songwriting ("Dust To Dust" e "Death On The Run", ad esempio) cui si aggiunge una produzione non proprio impeccabile. "Ride To Live" è un'anthemica e poderosa opener con 'woah,a,woahs' alla Bon Jovi su una base più vicina agli ultimi Pretty Maids e su simili coordinate si muove "Forever Now". "Halfway To Heaven" è meno aggressiva e più melodica azzardando parallelismi coi Jaded Heart. "Can't Stop The Rain" è una bella ballad sostenuta e sofferta, nella quale Oliver duetta con l'ospite Harry Hess (Harem Scarem), ma ancora una volta la scelta dei suoni distorti della chitarra e il missaggio rendono l'ascolto meno piacevole di quello che sarebbe potuto essere, e la seguente "Don't Get Me Wrong" è una sparata cavalcata hard 'n' heavy fra Rainbow e Malmsteen con un turgido Hammond a sostenere la trama sonora. "Let's Make Rock" e "Kick It Down" ammiccano al party rock americano di metà anni ottanta e divertono pur nella loro scarsa originalità e ampio ricorso a ben sfruttati cliché. "I Don't Need You Anymore" risolleva le sorti del cd col suo vigore e maggiore personalità, ma chi si è occupato dei suoni dovrebbe ricevere una ventina di nerbate sulle dita per come ha miscelato i suoni. Ancora melodic hard rock già sentito più volte (e di migliore qualità) si rivela "In Your Eyes" che ospita Mike Freeland, Chris & Tino Troy dei Praying Mantis, mentre "Drive Me Crazy" scimmiotta il Joe Lynn Turner solista. La cover di "Smalltown Boy" dei Bronski Beat è resa in maniera piuttosto personale, anche se la sua mancanza non avrebbe suscitato sollevazioni di massa. In definitiva un album non malaccio nel suo complesso, ma abbruttito da una produzione non all'altezza che rende "COLS" da prendere in considerazione solo se lo troverete in occasione intorno ai due euro. Da segnalare anche le apparizioni di Lionel Blanc e R. Pierrehumbert dei Sideburn, Paul Sabu e Tony Mills (Shy, TNT).
Cosa Funziona: buon affiatamento generale, qualche intuizione carina Cosa Serve: un buon livello di produzione/missaggio
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