Recensioni: Where The Sun Comes Down "Ten Years Like in a Magic Dream"
Recensioni: Paolo Siani ft Nuova Idea
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Soulfly "Archangel" (Nuclear Blast)
Per Chi Ascolta: Sepu-Metal Tutto si potrà dire di Max Cavalera tranne che non sia prolifico, anche troppo probabilmente. E così, dopo Killer Be Killed e Cavalera Conspiracy, è nuovamente il turno dei Soulfly, le cui ultime uscite, invero, non erano parse imperdibili, per usare un eufemismo. E malauguratamente da queste non si discosta "We Sold Our Souls To Metal", banale tanto nei testi quanto nella stra-abusata struttura thrash-core d'ordinanza. Per fortuna, la seguente, massiccia titletrack si rivela di ben altra pasta, quasi un'outtake dei Sepultura del periodo "Chaos A.D", condotta ad arte dal chitarrismo incendiario di Marc Rizzo (chirurgici i suoi stacchi simil Death). Di alto lignaggio pure "Sodomites", caratterizzata da un bel riff à la Deftones, diversamente dallo scippo perpetrato ai danni dei Korn (ascoltate l'inizio) in "Ishtar Rising", nonché dallo sguaiato hardcore modernizzato di "Live Life Hard!", contraddistinto dalla pessima ospitata di Matt Young dei King Parrot. Zyon Cavalera, indubbiamente cresciuto rispetto al precedente album, si danna l'anima tentando di dare linfa ritmica a "Shamash", ennesima traccia anonima che sembra procedere per inerzia e non convince nemmeno la sfuriata death metal tout court di "Bethlehem's Blood". Il trittico finale non si discosta dallo standard di "Archangel": apprezzabile, quantomeno per taluni sorprendenti inserti atmosferici "Titans", prescindibile "Deceiver", ulteriore variante dell'hit "Eye For An Eye", senza infamia e senza lode "Mother Of Dragons". Forse per Max è arrivato il momento di centellinare le produzioni, magari concentrando gli sforzi su una sola band: auspicabilmente i comatosi Sepultura attuali. Se ne gioverebbero entrambe le parti.
Cosa Funziona: Il trademark Max Cavalera rimane inimitabile. Pelo Nell'Uovo: Si scrive Soulfly, si legge Cavalera Conspiracy (e viceversa)
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