Speciale Muskelrock 2019


Rok and Roll On The Sea - Festa del Redentore


Ciao Alex!


L'Antro di Ulisse Vol. XXII


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Recensione: Soundgarden "Screaming Life/Fopp”

Soundgarden "Screaming Life/Fopp"

(Sub Pop)

Per Chi Ascolta: I Grunge masters

1987/88: gli esordi dei Soundgarden con due mini ellepì storici. Così ruvidi, temerari, animati dal sacro fuoco del r'n'r. Radicalmente agli opposti dalla band che cinque anni dopo si sarebbe trovata, suo malgrado, immersa nello stardom. Fatto di tournee trionfali, camicie di flanella, armonie beatlesiane per sbancare le classifiche e Chris Cornell in bella posa sulle copertine dei magazine per ragazzine. Un gruppo che procedeva come un caterpillar fuori controllo (valga per tutti lo start di batteria nel superbo dark-punk-e-chissà-cos'altro "Entering"). Capace di sperimentare senza perder di vista il gancio melodico ("Nothing To Say", sospinta dal pulsare incessante del bassista disperso Hiro Yamamoto e dal muro di chitarre eretto da un implacabile Kim Thayil). Che osava avventurarsi nella jam psicotica di "Hand Of God" toccando argomenti delicati con la stessa grazia di un elefante che si muove in una cristalleria. Invero, supera meno bene i segni del tempo il rock tout court à la Jane's Addiction di "Kingdom Of Come", al contrario di "Swallow My Pride", cover assolutamente trascinante degli amici Green River. Meno il puro divertimento di "Fopp", reprise degli Ohio Players trasfigurata però col mestiere che non ti aspetteresti da alcuni debuttanti. Sviluppando quello stile che marchierà in maniera indelebile i successivi capolavori pre-svolta mainstream: "Ultramega OK" e "Louder Then Love". Poco aggiunge la prescindibile bonus track "Sub Pop Rock City", diversamente dall'incisivo remastering griffato dal vero creatore del grunge sound: Jack Endin


 

Stampa Originale: Sub Pop, 1990

Cosa Cambia: Remaster ed una bonus track