Recensioni: Where The Sun Comes Down "Ten Years Like in a Magic Dream"
Recensioni: Paolo Siani ft Nuova Idea
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Stormzone "Zero To Rage " (SPV/Steamhammer)
Gli Stormzone sono piombati nel mondo della musica pochi anni or sono ed oggi, giunti già al proprio terzo lavoro sulla lunga distanza, cercano conferme di quanto di buono seminato. Se la band di Belfast alle origini aveva sonorità ben più AOR-oriented (provate ad ascoltarvi il loro debut “Caught In The Act”), già il precedente “Death Dealer” ce li aveva riproposti con una vena più spiccatamente metallica, o NWOBHM se preferite, che è rimasta la strada seguita ed amplificata su questa loro terza fatica. E se ora la SPV ha deciso di investire su di loro qualcosa più di qualche buon numero devono ben averlo. E il passo in avanti di questo disco è decisivo! Pezzi lunghi ed elaborati, cavalcate epiche e metalliche, settanta minuti di gran classe, ottimamente prodotti. E condotti magistralmente dal frontman John "Harv" Harbinson, che, dall’alto sua melodica ugola, è sicuramente il pilastro principale della band, che si avvale anche del batterista Davy Bates, nientemeno che membro fondatore degli storici Sweet Savage. Un lavoro che spesso però sfocia in una eccessiva prolissità nel songwriting, a tratti gustosa per l’ascoltatore, in altri momenti invece un po’ di sintesi non avrebbe certo guastato. Unica, piacevole, nota fuori dal coro, la rapidissima e violenta “Uprising”, di soli tre minuti e mezzo (ma che energia!). L’ascoltatore a tratti rischia così di perdersi, seppur la qualità del materiale proposto sia più che buona, a partire dalla opener e maideniana “Where We Belong”, così come la title-track dal refrain di immediato impatto, così come la superba “Jester's Laughter”. Non mancano cori azzeccati ed immediati, riff ed assoli degni di nota, ma forse una compattezza maggiore avrebbero reso questo disco più memorabile e meno banale ad un ascoltatore più distratto. Impossibile non menzionare il fatto che questa band provenga dall'Irlanda, e queste origini si fanno sentire fin dalla lenta introduzione, dai tratti epici, che poi troviamo sparsi ovunque nel corso del disco. Sono classicissimi, dobbiamo dirlo, impossibile per chi scrive resistere a certi richiami, certo non c’è forse nulla di così nuovo, sia ben chiaro, ma dobbiamo dire che una certa personalità questi Stormzone la possono vantare quindi, se siete fan del caro buon vecchio metallo classico -suonato comunque senza dimenticarsi di essere nel nuovo millennio- loro non vi deluderanno. Sul palco si sono già ritagliati una certa notorietà, chissà che questo disco non li aiuti a spiccare definitivamente il volo!
Momento D'Estasi: Il trittico iniziale è il miglior biglietto da visita per tutto il disco! Colpo Di Sonno: Su alcuni pezzi che si prolungano troppo a lungo inutilmente, è questo l'unico difetto!
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