Recensioni: Where The Sun Comes Down "Ten Years Like in a Magic Dream"
Recensioni: Paolo Siani ft Nuova Idea
|
Stream Of Passion “Darker Days” (Napalm/Audioglobe)
I Latini dicevano “nomen-omen” (il nome è un'indicazione) e nel caso degli Stream of Passion non c'è nulla di più vero. Dopo l'abbandono di Arjen Lucassen, la band è stata presa in mano dalla voce Marcela Bovio, che ha liberato nelle composizioni del gruppo la sua carica di femminilità e passionalità latina. Per quanto ami “Embrace The Storm”, risulta inevitabilmente più freddo con le sue partiture prog rispetto al suo seguito “The Flame Within”, in cui la sensualità è così presente da essere quasi palpabile. Le parti strumentali pervadono ogni spazio e sono vive, accompagnate dalla voce di Marcela che è una pugnalata in pieno petto. Non potevo non aspettarmi un degno successore e “Darker Days” mantiene sin da subito le promesse. Un fiume in piena di archi e chitarre ci travolge in “Lost” che porta subito il pathos a livelli teatrali fino a sciogliersi nelle note di tango che introducono Marcela. Ho solo un sostantivo per la sua voce: brividi. Il pezzo è decisamente epico e colmo di sensazioni, che solo un animo femminile e caldo poteva partorire. “Reborn” è introdotta da chitarre pungenti che si quietano per accogliere la voce di Marcela e la accompagnano nelle sue acrobazie vocali. Un vero rollercoaster emotivo tra inglese e spagnolo, tra dolcezza e disperazione. Si giunge alla già nota “Collide”. Mid-tempo melodica, malinconica con intermezzi rocciosi di chitarra, dà il meglio nel bridge che raggiunge vette emotive notevoli. “The Scarlet Mark” è sottilmente inquietante nelle sue trame chitarristiche, è oscura come una notta violacea. Come sempre, Marcela è l'interprete perfetta di ogni sensazione. Già rilasciata in dicembre, la dolce ballata d'amore “Spark” è qui riarrangiata con l'aggiunta del bandoneon al piano. Se non vi commuovete, avete di che preoccuparvi. In “Our Cause” si respira un'atmosfera decisamente diversa. Molto più maestosa, ha un sapore latino grazie alle strofe cantate in spagnolo. Nota di merito per le tastiere che fanno sempre da ottimo supporto senza diventare invadenti in un album, molto più guitar-oriented del precedente. La title-track è anche una delle più heavy. Le chitarre non ci lasciano mai e Marcela la segue con i suoi vocalizzi che strappano l'anima. Ancora una volta è la sua madrelingua a dominare le strofe e all'inglese spetta il ritornello. I primi secondi di “Broken” suonano sinistramente doom, almeno fino all'arrivo del violino e della voce. Tutto rientra poi negli standard degli Stream of Passion, che sappiamo essere altissimi in ogni caso. “This Moment” è una traccia in cui il ritornello non può lasciare indifferenti.. La voce della messicana si eleva ad altezze inaudite; delle volte penso che il mio cuore perda dei battiti ogni volta che lei tocca note più alte. “Closer” è una mid-tempo sensuale, come ben si intuisce dal testo. Il tappeto di tastiere funge da background perfetto alla sua interpretazione magistrale. La voce pesantemente filtrata introduce “The Mirror” in cui azzarda delle linee vocali operistiche. Poco dopo la metà il pezzo si fa più heavy e ci lascia a bocca aperta ancora una volta lei. “Nadie Lo Ve” è una ballata in spagnolo per piano e voce. Il mood è simile a quello di “Spark” : dolce, malinconica, da lacrime. Non spendo altre parole sulle doti vocali di Marcela, che ormai ritengo tra le migliori interpreti nel genere gothic/symphonic. In chiusura “ The World Is Ours”, solita mid-tempo dal sapore maestoso. Per quanto l'album sia composto per lo più da tracce su tempi medi, è stato cesellato con estrema cura. Penso sempre ai pezzi degli Stream of Passion come a dei gioielli in cui sono stati incastonati rubini su oro. “Darker Days” non fa eccezione, diventerà culto per noi fan del female fronted metal.
Momento D'Estasi: Ogni qualvolta Marcela canta. Colpo Di Sonno: Non esiste.
|
|||
|
||||
|