Speciale Muskelrock 2019


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Recensione: Tesla "Simplicity"

Tesla "Simplicity"

(Frontiers Records)

Per Chi Ascolta: Hard rock blues dalla forte impronta seventies

A sei anni di distanza dalla precedente fatica in studio,il discreto ma troppo sperimentale e discontinuo "Forever More",e tralasciata l'interlocutoria antologia "Twisted Wires & (The Acoustic Sessions)",i Tesla tornano alla dimensione elettrica con un album dal cui titolo traspare la carica di semplicità genuina insita nell'attitudine hard rock blues che contraddistingue fin dagli esordi la proposta musicale della formazione di Sacramento.Una patina di malinconia rappresenta il filo conduttore della maggior parte delle canzoni,con una predilezione particolare per le ballate,suadenti e dispensatrici di vivide emozioni."Mp3" apre le danze con la doppia chitarra a fungere da rampa di lancio per una trama sincopata e dotata di un ritornello che si insinua lento ma costante tra le pieghe di un assolo dalla fluidità elevata.La successiva "Ricochet",irrobustita da un riff perentorio e da un break centrale di grande impatto emotivo,viene presto doppiata dalla rarefatta e sfuggente "Rise and Fall",traccia che nella sua essenzialità rivela una bellezza disarmante.Su coordinate affini si muove "So Divine...",dal tenue arpeggio iniziale e dai cori caldi e avvolgenti,mentre "Cross my heart" dimostra l'abilità dei Tesla di mediare l'hard rock blues con influssi southern,regalandoci un gioiello di rara bellezza.La voce ruvida e passionale di Jeff Keith sprigiona tutta la sua capacità evocativa nella rock ballad "Honestly",una miscela esplosiva di pacata delicatezza ed energia dirompente.Se la palma di brano più eclettico e singolare dell'album spetta all'infuocata "Flip Side!",per la melodia che irradia e per la sua duplice natura acustica ed elettrica,e quella di potenziale hit alla lenta e soffusa "Other than Me",è la viscerale "Break of Dawn"a catturare l'entusiasmo per ritmo serrato e accenni stradaioli.Tuttavia il punto più elevato di Simplicity viene raggiunto da"Burnout to fade",irresistibile nel suo essere al contempo sognante e aggressiva,un compendio autentico di molteplici influenze che incanta fin dal primo ascolto per immediatezza delle armonie vocali e spontaneità delle linee chitarristiche.I ritmi piuttosto compassati di "Life is a Rider" vengono travolti dal suono perentorio del basso della decisa "Sympathy",canzone impreziosita da un egregio lavoro in fase solistica e il cui andamento sostenuto prepara il terreno per le tracce conclusive,la granulosa "Time Bomb"e la struggente "Til that Day".L'alta qualità del songwriting di Simplicity la dice lunga sull'ottimo stato di forma attuale del gruppo statunitense e ne evidenzia un riavvicinamento alle atmosfere più retrò della sua discografia.Un album consigliato a chi ha sempre amato i Tesla e che non mancherà di attirare nuovi fans.


 

Cosa Funziona: il livello ragguardevole di tutte le composizioni

Cosa Serve: un bilanciamento più meditato all'interno della scaletta tra canzoni dal piglio sostenuto e altre dall'indole riflessiva