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RECENSIONE: Three Monks "Neogothic Progressive Toccatas”

Three Monks "Neogothic Progressive Toccatas”

(Drycastle/Black Widow)


Per Chi Ascolta: Organi a canne ed atmosfere oscure nel Rock.

Progetto importante questo dei Three Monks, rivolto a tutti gli amanti dell'organo a canne e delle sonorità gotiche oscure. Paolo "Julius" Lazzeri (organo e compositore), Maurizio "Bozorius" Bozzi (basso) ed i batteristi Roberto Bichi e Claudio Cuseri, propongono un Prog davvero particolare. Lo stile Neogotico si presenta in tutta la propria maestosità, richiamando anche lavori dello svedese Par Lindh, anche se la fonte d'ispirazione non è proprio la sua, ma quella degli immancabili maestri del Prog quali King Crimson, EL&P e Van Der Graaf Generator. Non ci sono parti vocali nel corso dell'ascolto, il tutto è concentrato attorno alla forte personalità di Julius che evoca nelle composizioni il barocco e la visione di monumentali cattedrali. TOCCATE NEOGOTICHE, questo è il filo conduttore dell'opera Rock, perchè malgrado ci siano classicismi, barocco e quant'altro, i Three Monks si esprimono adoperando comunque gli ingredienti che compongono il genere Rock, a cominciare dalle ritmiche e dai riff. I suoni si presentano inevitabilmente imponenti, l'organo compie il proprio dovere investendo l'ascoltatore. Già da "Progressive Magdeburg" si denotano le coordinate stilistiche, indubbiamente possono venire alla mente i Goblin di Simonetti, oppure i Rovescio Della Medaglia ed altre band minori di Prog Italiano anni '70, in realtà i Three Monks hanno dalla loro una pesante personalità e riescono a ricondurre il sound verso il loro modo di essere. Vivace e profondo, "Progressive Magdeburg" non cela neppure un velo di sottile ed oscura malinconia che dona al brano un passo in più verso i meandri dell'intimo. Ancora più greve "Toccata Neogotica N°1" e qui davvero si possono immaginare squarci di luce in una grande stanza buia, sensazioni forti al limite della paura, ma che affascinano per maestosità. Di sicuro non è cosa semplice concepire un intero disco basandosi su queste priorità, tuttavia i Three Monks ci riescono con discreta capacità e personalità. La musica è narrata strumentalmente da questi monaci del Prog, dove le tastiere hanno un ruolo fondamentale, ma ci sono anche frangenti in cui altri strumenti godono di luce propria, come in "Neogothic Pedal Solo", dove il basso di Bozorius regala un percorso nuovamente oscuro, alternandosi con l'immancabile organo di Julius.  Ho parlato in precedenza dei Goblin ed ecco nel discorso inserirsi anche la cover di "Profondo Rosso", qui lucida per una nuova linfa vitale. Altra cattedrale per il gruppo, questa volta si va nella basilica tedesca di Waldsassen ad incontrare un organo datato 1989 e la composizione si intitola "Herr Jann", in onore del creatore dello strumento stesso, George Jann. Chiude il discorso "Toccata Neogotica N°7 (St. Florian)", composizione dell'austriaco Anton Bruchner, organista del St.Florian Abbey sepolto come volere proprio sotto il suo organo. Emozioni molteplici dunque in questo "Neogothic Progressive Toccatas", oltre il piacere di ascoltare uno strumento come l'organo a canne,. Qui si vanno ad assaporare (per i palati più fini) i sapori dei suoni originali, di questi tempi una vera chicca!


 

Momento D’Estasi: I crescendo imperiosi degli organi, travolgenti!

Pelo Nell’Uovo: Forse “Profondo Rosso “ non l’avrei messa. Nel contesto del disco dice e non dice….