Speciale Muskelrock 2019


Rok and Roll On The Sea - Festa del Redentore


Ciao Alex!


L'Antro di Ulisse Vol. XXII


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Recensione: Toto "XIV"

Toto "XIV"

(Frontiers Records)

Per Chi Ascolta: AOR e melodic rock

Nonostante i Toto avessero annunciato sul finire del 2013 la loro reunion,seguita dal rilascio del DVD 35th Anniversary Tour Live In Poland nel corso del 2014,nulla lasciava presagire che l'elegante Fallling In Between ,pubblicato dieci anni or sono a sigillo,rivelatosi a posteriori per fortuna temporaneo,della loro fiorente carriera artistica,conoscesse un giorno un successore. L'ottimo XIV viene oggi,con grande felicità dei fans,a interrompere questo stato di immobilità discografica che si credeva ormai irreversibile.Il gruppo statunitense,formatosi a Los Angeles nel lontano 1976,non necessita di presentazioni:i suoi membri,musicisti dall'instancabile attività in studio,hanno collaborato nel corso degli anni con artisti prestigiosi del calibro di Michael Jackson e Lionel Richie,il gruppo ha prodotto hits di risonanza mondiale ( si pensi a "Hold The Line", "Africa","Pamela"..)e ha conosciuto altresì numerosi cambi di line-up.Il 2015,funestato purtroppo dalla recente scomparsa dell'ex bassista Steve Porcaro,vede pertanto il nucleo storico composto dal chitarrista Steve Lukather e dal tastierista David Paich arricchirsi del ritorno del figliol prodigo Joe Williams dietro il microfono,a un venticinquennio di distanza dalla sua partecipazione a Fahrenheit e The Seventh One,di David Hungate al basso,e infine dell'arrivo del talentuoso Keith Carlock alla batteria,in sostituzione del defezionario Simon Philipps.Con un artwork di copertina che richiama alla mente numerosi classici del gruppo,questo disco che reca forte fin da subito l'impronta della sei corde di Lukather, rappresenta l'emblema della versatilità,della polivalenza e dell'eclettismo del songwriting dei Toto.Ad iniziare dalla trascinante e immediata "Running Out The Time", canzone prog rock che,sul finire degli anni settanta,non avrebbe sfigurato per efficacia accanto a una "Hold The Line",al crescendo di note dell'intensa "Burn",destinata a diventare esplosiva in sede live con le sue armonie pianistiche e le continue iniezioni chitarristiche,al pop rock di "Orphan" contenente al suo interno una spettacolare jam session.Ma la musica dei Toto non si esaurisce in tracce energiche e dirette bensì conosce anche il groove della jazzata "21st Century Blues",il funky di"Chinatown" e della sensuale "Fortune",la dolcezza pacata dell'intensa ballata "All The Tears That Shine".Il trademark compositivo dei Toto si mantiene lungo XIV su livelli di eccellenza assoluta,con i refrains irresistibili e gli arrangiamenti sopraffini di "The Little Things",cantata da Steve Porcaro,e i cori sontuosi di "Holy War".Come un colpo di fulmine giunge la zeppeliniana "Unknown Soldier",dedicata all'ex batterista Jeff Porcaro,mentre una menzione a parte merita "Great Expectations",difficile se non impossibile da descrivere in poche parole per la sua complessità intrinseca.La canzone,che racchiude in sè il rock,il jazz,la fusion e il pop, rappresenta,mi si perdoni l'infantile gioco di parole,"i Toto in toto",l'essenza del gruppo,la convergenza di intenti al suo interno,la sua unità ritrovata. Album strepitoso!


 

Momento D'Estasi: la pura meraviglia di " The Little Things" e la dirompente "Running Out Of Time"

Pelo Nell'Uovo: rivolgetevi altrove!