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Recensione: Unleashed "Odalheim”

Unleashed "Odalheim”

(Nuclear Blast)

Per Chi Ascolta: Per chi non ne vuole sapere di “Evoluzione della specie death/black metal”….

Niente di nuovo dal fronte svedese, niente di innovativo o sconvolgente. Solo una classica e poderosa routine. Abbordato così il nuovo disco degli Unleashed “Odhalheim”, sembrerebbe di una pochezza devastante, inutile e noioso. Peccato che sia solo una mera impressione. Difatti l’undicesimo disco del quartetto svedese si poggia su canzoni solide come “White Christ”, “The Hour Of Defeat” e “By Celtic And British Shores”. “Odalheim” continua quel percorso che “As Yggdrasil Trembles” terminava due anni fa, un nuovo viaggio nella mitologia Nordica. Johnny guida con fervore l’ascoltatore per tutte le undici tracce (dall’evidente sapore anni novanta) ora citando i Dissection (il riffing serrato di “Fimbulwinter” per esempio..), ora rubando qualche riff agli Emperor (“Odalheim”ricorda certe cose di “IX Equilibrium”) più brutali ed intransigenti. Prodotto in maniera estremamente convincente da Fredrik Folkare presso gli “Swedish Chrome Studios”, gli Unleashed dopo venti anni sono ancor qua, monolitici ed impassibili. Un limite forse, ma per molti una certezza ed una sicurezza. Non un capolavoro ma sicuramente un discreto disco. Gli Unleashed non saranno mai dei “big” ed il loro nome passerà difficilmente alla storia, ma nonostante tutto di gruppi come il loro (solidi,quadrati,imperturbabili) ne abbiamo stranamente bisogno. Bene così.


 

Momento D'Estasi: “The Hour Of Defeat”. Davvero ben fatta ed inquietante.

Colpo Di Sonno: “Tecnicamente niente da eccepire. L’unica cosa che può rivelarsi negativa è la staticità della proposta. Ma non tutti la pensano così.