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Vandenberg's Moonkings "Vandenberg's Moonkings"" (Mascot Label Group)
Per Chi Ascolta: Hard Rock classico, Led Zeppelin, Free, Whitesnake Il pedigree artistico di Adrian Vandenberg è ben noto agli appassionati del genere hard rock, quindi sfoglio velocemente la lista delle bands nelle quali ha militato (Teaser, Vandenberg, Whitesnake, Manic Eden) e vado a concentrarmi sull'album che segna il suo rientro nel music biz dopo quasi due decenni di 'purificazione', un album realizzato con alcuni giovani, sconosciuti e talentuosi musicisti olandesi coi quali ha realizzato un lavoro a tutti gli effetti frutto di collaborazione di gruppo e non un 'semplice' lavoro solista. Nelle dodici canzoni Adrian mette tutto il suo amore per l'hard rock degli anni settanta con particolare predilezione per Led Zeppelin, Free e Whitesnake, questi ultimi evocati anche dal timbro potente e caldo di Jan Hoving che ben si adatta alle composizioni di Adrian. Nell'opener "Lust And Lies" il primo a farsi sentire è il bassista Sem Christoffel, cui presto si unisce il drumming di Mart Nijen Es e quindi ecco il riff lascivo di Vandenberg per un brano vicino nello spirito ai primissimi Led Zeppelin, un hard rock intriso nella voce blues di Hoving ed un assolo di grande effetto, e lo stesso feeling ispira "Close To You", nel cui cantanto simil-Robert Plant spuntano echi del miglior Coverdale. "Good Thing" suona come un ideale e stuzzicante incrocio fra Ac/Dc e primi Black Crowes, ma l'aggiunta di voci femminili nei cori conferisce alla canzone maggiore profondità e un senso più tipico da Southern Rock Blues, un bel ponte verso "Breathing", uno dei migliori momenti del cd, una semi-ballad orchestrata magnificamente e con l'animo più al passo coi tempi attuali che esplode in un refrain da manuale. Insomma, bellissima! Si torna a rockare con "Steal Away", brano che sembra costruito apposta per arringare il pubblico durante i concerti e "Line Of Fire" arroventa ancor di più l'atmosfera con quel suo piglio da classico hard rock senza tempo, ma che eseguito così non stanca mai. A questo punto Adrian ci fa tirare il fiato con "Out Of Reach", altra sensazionale ballad giocata su chitarre acustiche ed archi di violino con intrecci da brivido. "Feel It" e "Leave This Town" si tingono nuovamente di tinte southern rock e possiedono un buon tiro, con la seconda imbevuta maggiormente nelle fonti del blues hard rock, e a questo punto un'altra semi-ballad (seppur piacevole) come "One Step Behind" è forse fuori luogo, trovando molto più indovinato aver proseguito la scaletta con le zeppeliniane "Leeches" e "Nothing Touches", sporche, cattive e dure! Vi è anche un tredicesimo brano, ovvero una nuova registrazione di "Sailing Ships" con ospite al microfono il suo interprete originale, ovvero Mr David Coverdale. Bei ricordi di una giovinezza passata solo anagraficamente, non nel cuore e nello spirito! E' più facile trovare un ago in un pagliaio che dei peccati mortali in questo disco, e posso solo imputare ad Adrian il fatto di aver 'giocato facile' senza rischiare alcunchè dopo così tanti anni di assenza, ma in fin dei conti vi è di ben peggiore in giro, quindi sale alto l'invito a ringraziare il biondo chitarrista olandese acquistando il cd.
Cosa Funziona: una BAND vera e non dei giovani talenti asserviti all'ego di un navigato quanto bravo musicista Cosa manca: un pò di coraggio in più, ma siamo (spero) solo all'inizio di un nuovo progetto dalle ottime prospettive
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