Speciale Muskelrock 2019


Rok and Roll On The Sea - Festa del Redentore


Ciao Alex!


L'Antro di Ulisse Vol. XXII


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Recensione: Vanexa "Vanexa"

Vanexa "Vanexa"

(Black Widow/Ruins Records)

Per Chi Ascolta: New Wave of Italian Heavy Metal

Facciamola breve. Si scrive Vanexa ma si legge: band storica del metallo italiano. Già ristampato nel 1995 e nel 2007, l'esordio al fulmicotone dei savonesi continua a suscitare l'interesse sia delle nuove leve che degli inguaribili nostalgici, guadagnandosi un'ulteriore, meritata immissione sul mercato. La bordata "Metal City Rockers" è semplicemente fra i brani definitivi dell'HM tricolore: un singalong in scia ai Saxon che, trentun anni dopo, non ha perso un'oncia della potenza originaria. "Lost War Sons" segue a ruota: puro heavy ottantiano, una sorta di Ratt vecchia maniera…prima ancora che Stephen Pearcy & co. si formassero. A conferma di una notevole varietà compositiva, che comunque mai scema nell'incoerenza stilistica, "I Wanna See Fires" cala il jolly hard'n'roll, mentre la staffilata di "1000 Nights" rialza la velocità di crociera e "Rebellion" piazza l'ennesimo anthem da urlare a squarciagola. Immancabile, come da tradizione dell'epoca, il lento strumentale "Across The Ruins", che svela il lato crepuscolare dei Nostri, prontissimi a legnare nuovamente in "Rainbow In The Night", tour-de-force che pare forgiato dalla Strana Officina. Le bonus track, risalenti ad un demo datato 1981, rappresentano semplicemente la ciliegina su una torta che chiunque dovrebbe assaggiare


 

Stampa Originale: Durium, 1983

Cosa Cambia: 3 bonus tracks