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Vega "Stereo Messiah" (Frontiers Records)
Per Chi Ascolta: Melodic rock e AOR L'ascolto dell'iniziale title track,folgorante per impatto e potenza,è tale scatenare amore a prima vista per la proposta musicale dei redivivi Vega.La formazione britannica licenzia il terzo album della sua carriera e lo fa tornando sotto l'egida protettrice della Frontiers Records,dopo che se ne erano perse le tracce in seguito al rilascio di "What The Hell",oggi opportunamente ristampato. Un rock melodico di caratura elevata e dal taglio moderno è quello che troviamo all'interno di un disco frizzante e solare.Il suono pieno e rotondo di "All Or Nothing",enfatizzato da tastiere cristalline e da cori avvolgenti,è un esempio magistrale di accorgimenti armonici e di arrangiamenti sontuosi,mentre tracce cadenzate come "Wherever We Are"e "With Both Hands" si conformano all'estetica dell'AOR più tradizionale.Si avverte da subito la compattezza del gruppo che,oltre ai membri originari Nick Workman alla voce,Tom Martin alla chitarra,Daniel Chantrey alla batteria e James Martin alle tastiere,vede aumentato il proprio potenziale chitarristico con l'inserimento in pianta stabile di Marcus Thurston.La singolare "Ballad Of The Broken Hearted",a dispetto del titolo,è una canzone che esplode in tutta la sua magnificenza con il riapparire ciclico di un refrain pacato su cui si innesta il classico ritornello contagioso.Il limpido riff della successiva "Gonna Need Some Love Tonight" introduce una potenziale hit da stadio,incalzante e leggera pur nella sua cascata torrenziale di note,mentre la più intimista "The Fall" è tutta costruita intorno alla grande espressività vocale di Worckman,supportata in questo da un'arrangiamento tastieristico di prim'ordine.Se l'elegante modern rock di "Neon Heart",dal forte appeal radiofonico,trova la sua evoluzione naturale nel groove travolgente dell'articolata "Anarchy"e nel procedere diretto dell'anthemica "The Wild, The Weird,The Wonderful",giunge inaspettato il suono del sitar a preannunciare la smaliziata "10 X Bigger Than Love",canzone che vede la partecipazione dietro al microfono di Joe Elliott dei Def Leppard e che si segnala come il pezzo più tirato del lotto. La chiusura dell'album è affidata alla ballata "Tears Never Dry",emozionante nella sua alternanza di pianoforte e chitarra,tutta da gustare nel suo raffinato crescendo finale.Pochi giri di parole,"Stereo Messiah" si candida fin da ora come una delle migliori produzioni targate Frontiers dell'anno in corso.
Momento D'Estasi: la superlativa "Stereo Messiah" e la stereofonica "The Fall" Pelo Nell'Uovo: nessun riempitivo,nessun calo di intensità
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