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Brett Wakler "Straight Jacket Vacation" (AOR Heaven)
Per Chi Ascolta: Rock Americano, AOR dagli ampi confini Sebbene non abbia mai giocato un ruolo di rilievo nel panorama musicale ed il suo nome non sia così conosciuto fra il grande pubblico, Brett è stato un ottimo artista e compositore sia per sè che per altri artisti ben più noti. Già, parlo al passato perchè Brett ci ha lasciati improvvisamente lo scorso 8 luglio con ormai il nuovo album pronto ad essere lanciato e che viene pubblicato dopo il consenso della moglie per non privare i fans delle ultime melodie di Walker. Vi rimando al link a piè di recensione per conoscere nel dettaglio la sua vita artistica, onde potermi meglio concentrare su "SJV" e cercare di non farmi condizionare dalla luttuosa notizia, proprio come farei se Brett fosse ancora vivo e fra noi. L'album è una piacevole raccolta di tipico rock americano melodico che raggruppa al proprio interno elementi di country moderno, una punta di southern rock con sconfinamenti nella musica West Coast, il tutto tenuto insieme da una vena pop rock con tracce di AOR, una miscela che vede prevalere ora uno e poi un altro degli stili descritti. L'opener "Reaching For The Stars" è divertente e svelta, con le chitarre a guidare il ritmo e la calda voce di Brett ad infondere un bel senso di 'feel good' ad un brano adattissimo alla heavy rotation radiofonica anche in Italia. "What About You" è più umorale, una sorta di Travelling Wilburys in chiave moderna che si lascia ascoltare con grande soddisfazione. "Better Than Goodbye" percorre i sentieri dell'AOR di classe e va annoverata fra i migliori momenti del disco. Si cambia stile con "Streetlights Burning", più pop-country-oriented e comunque adatta a fungere da 'filler' di buon livello, stile parzialmente ripreso in "I'll Bet It Hurts", una canzone dolce con alcuni giri di modern country adattissima al pubblico statunitense. Si torna a rockare con l'upbeat "More Than I" fra AOR e modern rock, ma subito dopo "Good Enough" rallenta il ritmo senza però cambiare stile e tenore qualitativo, seguita dalla bella "Waiting For Love", brano che Brett compose per l'imperdibile debut album degli Alias che qui ripropone in chiave più rilassata ed acustica. "I'm Gonna Fly" è un grintoso rocker dal sapore quasi-grunge e che mi ha richiamato in parte "Learning To Fly" dei Foo Fighter, senza la scanzonata vena di questi, o una versione con più talento dei Nirvana. "So Happy" è un tempo medio nel quale si avvertono prepotenti influssi di West Coast, mentre "Unlucky At Love" è dominata dalle chitarre acustiche e dalle appassionate linee vocali di Brett. L'ultimo brano è intitolato "Someday I'm Gonna Be Famous", una speranza spezzata dal destino beffardo, ma musicalmente si avvicina parecchio a Lynyrd Skynyrd e Bad Company e sarebbe bello che potesse lanciare il nome di Brett Walker verso quella fama rimastagli sempre ad un passo senza riuscire a goderne appieno. La finta atmosfera live con tanto di applausi e fischi di apprezzamento sono sigillati da Brett che urla "Thank You, We will see you next time"... e sicuramente ci rivedremo un giorno e canteremo insieme le tue canzoni. Ma mentre restiamo quaggiù, ti potremo assaporare ascoltando i tuoi dischi e sarai ancora con noi. Tralasciando l'aspetto emozionale della dipartita dell'artista americano, bisogna dire che "SJV" non è un album perfetto nè memorabile, ma racchiude alcuni brani davvero piacevoli e da godere più volte, comunque un buon epitaffio per il talento di Walker. Mugs Cain, Timothy Drury, Jim Peterik, Jeff Paris, Pat Leon, Matt MacKelvie, Todd Herfindal e Weston Hodges fra gli altri hanno contribuito alla realizzazione del presente cd.
Massima Allerta: Better Than Goodbye, Reaching For The Stars Pelo Nell'Uovo: songwriting piacevole e di mestiere, ma troppo spesso nella media
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