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Recensioni: Paolo Siani ft Nuova Idea
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Wildside Riot "No Second Take" (Cargo Records)
Per Chi Ascolta: scadente glam rock anglo-americano Ventiquattro anni fa il cantante Rob 'Rocky Shades' Berkley pubblicava "Delerium", ultima capitolo del suo viaggio coi Wrathchild UK prima di iniziare quello coi Discharge. Oggi Rocky, che molto umilmente si definisce il 'padrino del glam metal', ci riprova coi Wildside Riot, un quintetto britannico di 'Dirt-Trash Sleaze Band but definitely not more of the same old same old...': tutte balle, l'album è pieno zeppo dei chiché del tipico glam/hair metal anni ottanta che contribuì ad affossare una scena vivace e briosa (il grunge inferse solo il colpo di grazia coinvolgendo nel crollo anche gli artisti più meritevoli). Non tutto è da scartare in "No Second Take" che parte maluccio con le zoppicanti "All Hail The Wasted" e "Wildside Riot" (quest'ultima energica quanto debole imitazione dei Zodiac Mindwarp), si riprende leggermente con la divertente "Broken Toys" per poi rovinare tutto con l'inutile e irritante "Fukk Em", sorta di Bestie Boys meet Zodiac Mindwarp. "Candiis Gone Bad" mostra un songwriting di livello accettabile e un'attitudine più blues che ben riveste l'incedere spavaldo del brano, mentre "That's What Sunday Mornings Are For" comincia ad inserire elementi più tipici del melodic rock e riesce a restare appena al di sopra della media del cd, innesto che viene completato in "Babe I Gotta Go" fra Def Leppard e Poison senza peraltro esaltare. "Angel On My Back" introduce pulsazioni funky e le mescola con un tipico glam rock losangelino anni ottanta e tutto sommato risulta godibile; "My Paradise" è il tipico semi-lento ballabile per le feste scolastiche e come tale ampiamente prevedibile e scontato mentre "Glitter-Tramps" mi ha irritato non poco e ho dovuto faticare molto per non premere il fatidico tasto 'skip'. Shades ha introdotto delle tastiere per "Wasted Lust" nel tentativo di accattivarsi le simpatie dei fans del melodic hard rock, purtroppo per lui fallendo nel tentativo, e di poco meglio gli va con "My Woman", più nella tradizione britannica del glam rock. Finalmente arrivo all'ultima traccia, "There Is A Bullet For Each Of You", sgraziato rocker senza arte nè parte e, dopo ulteriori due ascolti successivi (io sono solito ascoltare almeno quattro volte ogni disco prima di mettermi a scrivere qualcosa, questa volta non ce l'ho fatta a seguire la regola auto-impostami) posso finalmente porre fine alle mie sofferenze. Qualche spunto carino lo si può trovare, ma non credo valga la pena soffermarsi sui Wildside Riot quando sono appena usciti i Crashdiet (per un veto sul sottoscritto della loro casa discografica risalente ai tempi di Flash non voglio di questi come dei magnifici Shakecharmer) ad esempio. Passate pure oltre. Passo e chiudo.
Cosa Funziona: la band di supporto è brava e questo va ammesso al di là dei demeriti del songwriting e per questo dò la sufficienza Pelo Nell'Uovo: ci sono tante altre cose da fare nella vita che registrare dischi...
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