Speciale Muskelrock 2019


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Recensione: Wishbone Ash "Blue Horizon"

Wishbone Ash "Blue Horizon"

(Solid Rock House Records)

Per Chi Ascolta: Classic Rock

Formatisi oltre quarant'anni fa, i britannici Wishbone Ash rappresentano una solida realtà della scena rock internazionale, pur se sono incorsi inevitabilmente in alti e bassi, temporanee 'pause di riflessione' e seguenti riprese del cammino, e una delle prime bands ad aver adottato il sistema delle 'twin-lead-guitars'. Andy Powell (vc, ch), ormai l'unico membro originario rimasto nei Wishbone Ash, è accompagnato da Muddy Manninen (ch - Havana Blacks, Gringos Locos), Bob Skeat (bs) ed il più giovane Joe Crabtree (bt - Pendragon) al terzo lavoro d'insieme, un quartetto che garantisce professionalità e solidità, con sonorità catalogabili nel Classic Rock e sintesi di diverse influenze che spaziano dall'hard rock al prog rock, dalla fusion al folk. Le dieci canzoni sono godibilissime e ricche di spunti di interesse, di un qualcosa che colpisce l'orecchio, anche se funziona benissimo come compagnia di sottofondo durante le attività quotidiane, a partire dall'iniziale e classica "Take It Back", passando per i divertenti rock-blues "Deep Blues" e "Mary Jane" con dei begli assoli di chitarra anche in versione twin-leads, le più elaborate "Strange How Things Come Back Around", "Being One" e "American Century" maggiormente vicine al progressive rock. "Way Down South" è un semplice ed orecchiabile melodic rock tune, impreziosita da un bellissimo assolo di Powell che domina e regala emozioni nella lunga coda finale; "Blue Horizon" è una lunga ballad in pieno stile dei Wishbone Ash con alcune remote assonanze coi Pink Floyd, mentre spetta alla conclusiva "All There Is To Say" portare alla luce anche quelle influenze folk caratteristiche di diverse fasi della carriera dei Wishbone Ash. Un disco maturo, splendidamente eseguito ed interpretato, chitarre che hanno tanto da insegnare agli sfrenati shredders ossessionati dalla sola tecnica, questi i dati più importanti tramandati da "Blue Horizon", ennesima testimonianza di una band dura a morire e che percorre serenamente il proprio viale del tramonto con tanta dignità.


 

Cosa Funziona: il cuore, la testa, la passione

Cosa Manca: Andy è un vocalist adattatosi al ruolo e ciò si sente, un paio di brani più significativi capaci di spingere l'intero lavoro