Recensioni: Where The Sun Comes Down "Ten Years Like in a Magic Dream"
Recensioni: Paolo Siani ft Nuova Idea
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L'ANTRO DI ULISSE Tales from the NWOBHM, and more... Volume XIII, a cura di
GUNFIRE (The Age Of Supremacy) Jolly Roger Records
VOTO – 80 PER CHI ASCOLTA – heavy classic
Terzo album per il gruppo del singer Roberto “Drake” Borrelli unico superstite della prima formazione, al quale si affiancano i due axeman Luca Calò e Marcello Lammoglia, il bass player Michele Mengoni e il drummer Marco Bianchella. La suggestiva intro “Prelude”, introduce la possente “War Estreme” che mette subito in chiaro quali siano le coordinate del lavoro: Heavy classic di ottima fattura, corroborato da riffing heavy power che non impediscono le digressioni melodiche che precedono improvvise accelerazioni e il roboante ritornello di stampo epic metal. Da segnalare le backing vocals di Valentina Strogolo, pure presente nella seguente “Man And Machine”, heavy track dall’incedere martellante che mette in mostra la classe dell’intero gruppo,con menzione particolare per i due axeman. “The City Of Light” pur pregevole nel costrutto è a mio giudizio fin troppo vicina ai Saxon nell’assunto sonoro generale, mentre “The Hammer Of God” francamente non mi piace nel suo essere nè “carne nè pesce”.”Voice From A Distant Sun” e la conclusiva “Exodus” sono ambedue piece de resistance di oltre 10 minuti che alternano momenti melodici a sfuriate heavy sia speed che power epic per un risultato finale, in ambedue le tracks tutto sommato assai piacevoli da ascoltare. Inutile rimarcare l’ottima prova del Drake all’altezza della situazione pure nella purtroppo anonime “The Wizard” e “Superior Mind”,mentre “Fire In The Sky” è un deflagrante heavy accelerato con l’ottima sezione ritmica in evidenza. Bel ritorno …..U.C.
PRIME TARGET (Heartbeat) Autoproduzione
VOTO – 80 PER CHI ASCOLTA – Industrial metal…and many more
Davvero particolare e tutto sommato assai personale il sound messo in mostra dal gruppo del vocalist Ben Spinazzola(Unreal Terror prima versione) e Amedeo D’Intino bass player già visto all’opera nei Requiem ai quali si aggiungo il keysman Luca Spoltore, Romano D’Isidoro on guitars e il drummer Giuseppe Ciampagna.Arrivati al terzo lavoro,hanno saputo coagulare al meglio le loro influenze che spaziano dai Rammstein ai Paradise Lost, passando per Megaherz e Fear Factory, rilette comunque e sempre attraverso una malsana ottica gothic and dark,come ben testimonia del resto l’iniziale e pesantissima nell’incedere “Nightwings”,cui segue la malsana e altrettanto claustrofobica “Action”. “The Inquisitor” è ottima nel suo essere a cavallo fra Megaherz e Fear Factory, mentre se “Individualist”è violentissimo industrial metal , la brutale “Totentanz” è assolutamente folle nel suo assemblare Rammstein e Paradise Lost numi tutelari pure della seguente “Heartbeat” personalizzata però da inserti di keyboards che rimembrano pure il lato dark della New Wave inglese degli ’80. Se “Cut-Throat” è altrettanto folle nel filtrare le pulsioni heavy dark dei Requiem alla violenza esecutiva dei Fear Factory,mi piace assai il piano che introduce la comunque perversa e violentissima“How Many Times” che ben s’accoppia con la brutale “Ephemeral” e l’altrettanto devastante “Gluck Auf”. Di matrice gothic risultano invece “Honeytrap” e la conclusiva “Body Entropy”. Bravi! per averlo www.3rdalleyrecording.com U.C.
BULLFROG (Clearwater) Grooveyard Recors/Andromeda Relix
VOTO – 85 PER CHI ASCOLTA – Hard and Blues rock
Quarto album per Francesco Dalla Riva bass on vocals, Silvano Zago on guitars e Michele Dalla Riva on drums. Inutile dire che le coordinate della band non sono cambiate di una virgola, Hard Rock quindi,in tutte le sue molteplici sfaccettature,impreziosito da un songwriting ormai perfetto che ben si sposa con una maestria esecutiva davvero fuori dal comune. Free,Bad Company, Foghat e U.F.O. sono tuttora i numi tutelari del gruppo ma credetemi ragazzi,ascoltare il nuovo album è davvero assai piacevole a partire dalla granitica e spumeggiante opener track “No Salvation”, seguita dall’hard and boogie “Too Bad For Love” e dall’altrettanto debordante “Isolation”, impreziosita dal flauto di Bruno Marini. Se “Slow Trucker” è un pesantissimo blues in pieno stile Free con alla backing vocals Nicolò Carozzi,la seguente “Clearwater” che presenta Jimi Barbiani alla slide guitar , è un torrido southern blues. “Monster” ,grazie alle keyboards di Simone Bistaffa, si fregia di martellanti digressioni hard pur rimanendo mirabilmente sui binari blues and funky dei Grand Funk Railroad,mentre “Say Your Prayers”con Fabio Serra on lead guitar e keyboards, è uno slow di ottima fattura seguito a ruota dall’hard and boogie “Lorraine Lorraine, ancora immolata sull’altare di Free and Bad Companycome del resto risulta pure la seguente”South Of The Border”. “Long Time Boogie”è un piacevolissimo hard’n’roll,mentre la conclusiva “Better Days” con ancora Fabio Serra ottimo guest,è una bellissima ballad.Detto dell’ottima produzione e dell’accattivante dgp,resta solo da dire che l’acquisto è quanto mai obbligatorio. Buy or Die!!!!!!!! U.C.
DERDIAN (Human Reset) Spiritual Beast/Import
VOTO – 75 PER CHI ASCOLTA – Symphonic Metal
Enrico Pistolese e Dario Radaelli on guitars, Marco Garau on keyboards, Ivan Giannini alle vocals,Salvatore Giordano on drums e Marco Banfi al basso, approdano al quinto album continuando nella loro personale rilettura di quanto fatto dai primi Rhapsody, ai quali aggiungono massicce dosi di happy speed metal a là Helloween/Blind Guardian .Le iniziali”Human Reset” e “ In Everything”ne sono fin troppo palese dimostrazione, anche se devo riconoscere la notevole perizia tecnico-compositiva del gruppo che nella notevole e potentissima “Mafia”,venata da tentazioni progressive e scevra da eccessivi barocchismi, dimostra quanto ci sappia fare.Stacchi sinfonici,improvvise accelerazioni e inserti in lingua madre caratterizzano pure “These Rails Will Bleed” dal refrain vagamente epico e se “Absolute Power”è power sinfonico di pregevole fattura,la seguente e pirotecnica “Write Your Epitaph” è l’apice dell’intero lavoro,andando a conglobare in modo mirabile tutti gli stilemi sonori del gruppo. “Music Is Life” è un divertente happy speed power che ben s’accoppia con “Gods Don’t Give A Dawn” impreziosita dal piano,digressioni sinfonico progressive,forse fin troppo “teatrali” ma di sicuro impatto che mi hanno ricordato i dimenticati Rough Silk dello stupendo “Mephisto”. Ancora il piano in evidenza nella power ballad “After The Storm” e se “Alone” è ancora un potente happy power con annesse divagazioni sinfoniche, la conclusiva e composita “My Life Back” nulla aggiunge e nulla toglie a un lavoro per i miei gusti forse troppo “barocco”,ma sicuramente molto ben fatto. Bravi U.C.
ROSENKREUTZ (Back To The Stars) Lizard Records/Andromeda Relicx
VOTO – 100 PER CHI ASCOLTA – Progressive Rock
Progetto solista del mastermind del prog rock italiano Fabio Serra,questo lavoro rilegge in chiave moderna gli stilemi prog cari a Genesis, Yes ma soprattutto Kansas , filtrati attraverso massicce dosi del neoprogr di Frost e Haken.Se chitarre e keyboards sono appannaggio del geniale Fabio, il contributo del singer Massimo Piubelli dei Metodica non è certo inferiore per qualità e quantità e se al tutto aggiungiamo la sezione ritmica formata dal bass player Gianni Sabbioni e dal drummer Gianni Brunelli il risultato finale non poteva essere che ottimo e geniale. Il bello è che all’ascolto più attento dell’album emergono comunque pure altre influenze quali i Rush come nell’iniziale “Signals In The Water” che ad uno sviluppo sonoro tipicamente Kansas contrappone inserti heavy prog richiamanti appunto il gruppo canadese,pur mediate da digressioni melodiche che non possono non richiamare alla mente Peter Grabiel e combriccola. “Sitting On The Edge Of Heaven” chiama in causa pure gli Yes per un affresco sonoro che và ben aldilà del mero riproporre,grazie ai laceranti inserti del violino dell’ospite Gabriele Amedei ,al quale fanno da contraltare solenni imputs in purissimo stile Strawbs che donano al tutto un flavour agestre e fiabesco. Se “Conditioning” è al contrario consacrata agli Yes più hard ,la seguente “Nothing More In You”con lo splendido contributo vocale di Angela Merlin,si risolve in un magnifico connubio fra Kansas,Genesis e Renaissance,per la gioia dello scrivente. “Childish Reaction” pur richiamando le atmosfere sognanti del gruppo di Annie Haslam,è corroborato da riffing a là Yes entusiasmanti nel loro incedere magniloquente.Bella la rendering di “I Am The Walrus”,mentre la conclusiva piece de resistence di “Back To The Stars” dallo stupendo inciso di piano è la summa cum laude del sound di un gruppo Assolutamente geniale e dalle superbe capacità tecnico-compositive. Buy or Die!!!!!!!! U.C.
LOGOS (L’Enigma Della Vita) LizardRecord/AndromedaRelix
VOTO – 75 PER CHI ASCOLTA – Progressive Rock
Terzo lavoro per il gruppo di Luca Zerman tastiere e voce solista, Fabio Gaspari chitarra, basso e voce solista,Claudio Antolini pianoforte e tastiere e Alessandro Perbellini alla batteria. Il sound proposto è un progressive rock assai dolce e sinfonico che prendendo ispirazione dalle Orme, riprende pure le soffuse sonorità dei Celeste come nell’iniziale “Venivo da Un Lungo Sonno”,salvo poi gettarsi a capofitto sulle orme del Banco Del Mutuo Soccorso,che ,filtrato attraverso l’ottica neo prog de Quella Vecchia Locanda ,contribuisce alla rendering finale della composita “In Fuga”. Le stesse influenze caratterizzano pure la seguente “Alla Fine Dell’Ultimo Capitolo”,impreziosita da ridondanti digressioni a là Emerson,Lake & Palmer. Se “L’Enigma Della Vita” richiama alla mente,soprattutto nelle vocals,il primo e sperimentale Battiato,la seguente “In Principio” è ancora dolcissimo e sinfonico progressive, a cui forse però manca un poco di energia .Più corroborante è senz’altro l’assunto sonoro de “Completamente Estranei”,sospesa fra Orme e Goblin e se “Pioggia In Campagna” è ben degna del Banco,la conclusiva “Il Rumore Dell’Aria”,denota purtroppo una fin troppo uniformità compositiva ed atmosferica che a mio modesto giudizio inficia l’intero ascolto.Insomma ragazzi per dirla chiara….un po’ più di Heavy per favore!!!!! U.C.
SECRET TALES (L’Antico Regno) Black Widow/Masterpiece
VOTO – 90 PER CHI ASCOLTA – Progressive rock
Davvero interessante il debutto del gruppo formato da Tiziana Radis(voce,liuto e chitarra) e Roby Tav alle tastiere,per l’occasione coadiuvati dal guitar player de L’Impero Delle Ombre Andrea Cardellino ,da Giancarlo Gabbanella alle chitarre,Kristina Allram al flauto traverso , da Enio Nicolini e Gianluca Bracciale rispettivamente bass and drums dei The Black.Il sound proposto è un prog rock policromo che si ammanta di oscure tonalità nell’incalzante e quasi dark “L’Antico Regno”,per poi immergersi nelle melanconiche atmosfere della triste ed ancora oscura “Il Giullare” che richiama alla mente i Presence . Se “In Faust O Goblin” è ottimo heavy dark grazie alla chitarra di Andrea,la seguente “Il Canto Delle Sirene” è sognante prog sinfonico ai confini dello space rock,la dolcissima “Princelfa” pone in evidenza la splendida voce di Tiziana. Se “L’Unicorno Lucente” è heavy prog ancora pregno di malinconiche digressioni dark, “Tornano Le Fate” vede sugli scudi le keyboards di Roby per una rendering space and prog assai conturbante.”Le Tre” ingloba nell’assunto sonoro ancora di stampo sinfonico ,delicati influssi folk che poi trovano compimento nella menestrellare e conclusiva“An Ancient History”. U.C.
RUSTLESS (Guardian Angel) Buil2kill/Audioglobe
VOTO – 85 PER CHI ASCOLTA – Hard rock melodico
Stefano Tessarin on guitars,Ruggero Zanolini alle keyboards e il gagliardo Lio Mascheroni on drums cuore pulsante dei gloriosi Vanadium,arrivano al terzo album in ottima forma,ottimamente spalleggiati dal singer Roberto Zari e dal bass player Emanuele Panza,senza dimenticare Katija Di Giulio al violino e Mery Macchi and Julie Galbiati alle backing vocals. L’iniziale “A New Beginning” e la seguente e altrettanto martellante “Remember Your Name” sono l’ideale connubio fra l’hard degli Uriah Heep e il pomp dei Magnum,mediati attraverso l’ottica porpora della premiata ditta Zanolini/Tessarin.Sulle stesse coordinate si colloca pure “I Don’t Care” anche se in questo caso il tutto è molto più heavy nel costrutto e se “Coming Home” non disdegna pure ficcanti imputs a là Toto ,la seguente “One Day” è dannatamente hard’n’heavy dal refrain Heeps’n’Epic. Se “Summer Rain” è hard’n’slow track dal discreto flavour A.o.r., “The Night Before The War” ben più corroborante hard ‘n’heavy ,”No Frontiers” un ottimo strumentale che omaggia pure gli U.F.O, la seguente “Thoughts” è camaleontica nel suo mutarsi da ballad in un crescendo heavy prog di ottima fattura,mentre la conclusiva “Save Me” è assai grintosa nel suo incedere martellante .La produzione è ottima e la prova dei nostri…pure! U.C.
VICTOR PERAINO’S KINGDOM COME with ARTHUR BROWN (Journey In Time) Black Widow/Masterpiece
VOTO – 85 PER CHI ASCOLTA – Hard and prog
Il tastierista Victor Peraino riporta in vita i gloriosi Kingdom Come del geniale Arthur Brown grazie ad un nuovo lavoro comunque solo autocelebrativo,constatato che gli inediti sono solo quattro il primo dei quali è l’iniziale “We Only Come To Help You” ottima track di hard and prog,grande il riffing guitar che la sorregge, anche se gli inserti robotici inficiano almeno in parte il risultato finale.Bellissima invece la seguente e pur inedita “Future”con il redivivo Arthur Brown on vocals, che impreziosisce una track hard and prog con vaghe reminiscenze space che al contrario caratterizzano l’ottimo strumentale “Journey In Time”. “I Put A Spell On You” tratta dal primo album del ’68,se non mi ricordo male, è comunque riproposta ottimamente,pregna com’è di quella atmosfera horror and prog che resero leggendario il Crazy World di Arthur Brown ancora alle vocals.Le stesse considerazioni valgono pure per la stupenda “Empires Of Steel”,da “No Man’s Land” del ’75,dal quale viene estrapolata pure l’altrettanto valida “Demon Of Love”. L’inedita “Walk With Angels” è una sofferta ballad con tanto di violini al proscenio con ancora il grande vecchio on vocals che poi rende magica pure la seguente “Time Captive”tratta da “Journey” del 1973 davvero geniale nel suo essere a cavallo fra space, tentazioni prog e divagazioni glam. L’ultimo inedito a titolo “Sunset Sail” è al contrario solo mero esercizio di stile,mentre la conclusiva e celeberrima “Don’t Let Me Be Misunderstood” viene riletta in chiave space and prog ma francamente solo Arthur Brown alle vocals rende accettabile il tutto.A completare il tutto troviamo pure un dvd di circa 30 minuti bello e assai interessante almeno in chiave storica. U.C.
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