Tales from the NWOBHM, and more... Volume XVI, a cura di
CARILLON (Il Grande Brivido)
Andromeda Relix VOTO – 75 PER CHI ASCOLTA – hard rock in lingua madre
Gruppo veronese formato dal drummer Loris Rigoni con alle vocals Patty Simon (ex Moto Armonico),è autore di un sound che pur ancorato saldamente al rock dei seventeen ,grazie anche due asce di David Zampieri e Luigi Di Stefano,si giova pure di influenze class metal d’oltreoceano
Come dimostra del resto le iniziali “Il Sogno” e “Il Tempo All’Infinito” ideale punto di incontro fra Night Ranger e le Orme più rock di “Verità Nascoste”. Se “Io Non Dimentico” è ancora ruggente hard rock con imputs a là Queen,la seguente e melodica “Il Grande Brivido” paga dazio pure al progressive italiano dei ’70,mentre con “Ritrovarsi” si ritorna sui sentieri del class metal made in USA dei 38 Special,ben presenti pure nella più robusta “La Tua Eternità”.Con “Nomade Cuore” si torna al rock italiano dei Litfiba del primo periodo e se “Stato Adrenalinico” sembra scritta sullo Zeppelin ascoltando modern rock,la conclusiva “ Immagini” e dolcissima ballad di ottima fattura. Insomma un discreto lavoro d’esordio di un gruppo comunque preparatissimo.U.C.
EX (Cemento Armato)
Andromeda Relix/Nerocromo Music VOTO – 85 PER CHI ASCOLTA - Hard and heavy rock
Sono al quinto lavoro il carismatico singer Roby Mancini,l’ispirato Stefano Pisani alla chitarra e la granitica sezione ritmica di Gabriele Agostinelli e Yari Borin rispettivamente basso e batteria.Il gruppo veronese fin dall’iniziale accoppiata “Weekend” e “E Lontana Mezzanotte” dimostra subito di saper picchiare duro e se “Cane Bastardo” è una sorta di rock blues reso straniante dai graffianti testi sempre ancorati al sociale,la seguente “La Legge Siamo Noi” è ruggente heavy rock che omaggia pure i primi passi della leggendaria Strana Officina. “Sfiorando Icaro”è un micidiale boogie rock al quale fà seguito “Il Re” che all’inizio goliardico contrappone uno sviluppo heavy blues da sballo,mentre “Se Fosse Vero” è una grintosa ballad con un solo guitar da brividi. “L’Urlo” È martellante metal rock a là Vanadium,seguito dall’altrettanto grintosissima “I Shot The Chef” e dalla conclusiva “Marziani” pesantissimo hard and heavy rock.Bravi !!! U.C.
GADARA
(At Number 4)
Produzionecd/Andromeda Relix VOTO – 70 PER CHI ASCOLTA – Rock fm
Terzo lavoro per il gruppo veronese che continua nel suo rileggere gli stilemi hard rock degli anni’70,attraverso l’ottica di gruppi quali Litfiba,Tomoria e Negrita,pur conglobando le esperienze musicali della PFM meno progressive. Il risultato è un sound che a brani ottimi quali “At Number 4” pesantissimo hard rock a là U.F.O.,alterna discreti inserimenti nel mainstream radiofonico come ben dimostrano la pur piacevole “Cantastorie” , la melodica “Point Of View” e il rock Fm de “Il Tempo Che Ho” e “La mia Isola”.Se l’hard rock vagamente classy di “Riding The Sound Wave”
è ancora vicinissima agli U.F.O.,la seguente “Nessuna Risposta” sembra tratta dal songbook dei Timoria , la conclusiva “Storyteller” è una piacevole ballad.Discreti…… U.C.
NOT A GOOD SIGN
(From A Distance)
Fading Records/Altrock VOTO – 85 PER CHI ASCOLTA – progressive rock
Secondo lavoro per il gruppo milanese formato da Alessio Calandriello on vocals,Paolo Botta alle keyboards,Francesco Zago on guitars , Alessandro Cassani on bass e Martino Malanida on drums.
Il loro è un progressive rock molto raffinato ispirato da Yes,Van Den Graf Generator,Marillion e soprattutto King Crimson come ben testimoniano del resto la frizzante opener track “Wait for Me”,l’heavy prog della pesantissima e straniante “Pleasure of Drowning” e la conclusiva “The Diary i Never Wrote”.Nel mezzo troviamo poi la ballad “Going Down” che ricorda i lavori solisti di Steve Wilson, la caledeoscopica “Flying Over Cities” che assomma in sé Yes e Marillion e la sofferta “Not Now” dedicata al gruppo di Peter Hammill anche grazie al particolare cantato di Alessio.Se “I Feel Like Snowing” si avvicina ai Marillion del primo periodo pur conservando imputs degli onnipresenti King Crimson, “Open Window” è un’ottima rilettura degli Yes in chiave heavy prog,mentre “Aru Hi No Yoqu Deshita” è uno straniante esperimento di musica classica contemporanea.Davvero bravi sia in fase compositiva che esecutiva,i 5 musicisti peccano forse di un eccessiva dipendenza dai modelli testè citati,mentre la grafica del dgp è ottima. U.C.
ANTONELLO GILIBERTO
(Journey Through My Memory)
Minotauro Records/Markuee VOTO – 100 PER CHI ASCOLTA – Power speed sinfonico…and many more.
Secondo lavoro per il talentuoso chitarrista di origini siracusane,accompagnato dal possente drummer John Macaluso(Malmsteen,Symphony X,TnT,Riot e Joe Lynn Turner..fra gli altri) e dall’altrettanto poderoso bass player Dino Fiorenza (Steve Vai,Slash,Zakk Wilde,Malmsteen..).Il sound proposto è l’evoluzione all’ennesima potenza del primo lavoro conglobando in sé,power speed di matrice sinfonica come nell’opener track “Demeter” e imputs direttamente mediati dalla musica classica di Bach,Vivaldi e Pergolesi su tutti,come ben testimoniano del resto “Endless Labyrinth” e “Journey Through My Memory”.Il tutto però corroborato sempre da una componente heavy rock a là Rainbow,che allontana il nostro dalle noiose elucubrazioni di Malmsteen e compagnia,grazie anche alle ottime capacità tecnico-compositive del nostro Antonello.”Enigma Of Eternal Night” e le sue ispiratissime classics guitars,dallo squisito flavour classico,denotano pure una notevole conoscenza del progressive. Con “First Day Lights At The Monastery” si torna sui sentieri del power speed sinfonico,con la sezione ritmica sugli scudi e un dirompente riffing guitars
Ancor rimembrante il miglior Blackmore e ficcanti solos guitars,mai eccessivi ma asserviti in maniera mirabile alla dinamica di un brano potentissimo . “Avalon’s Darkness” ad un inizio di stampo medioevale,contrappone uno sviluppo sonoro neoclassico con tanto di eterei vocalizzi femminili che trasportano il tutto in una romantica dimensione onirica e dolcissima che introduce pure la seguente “And Won Their Freedom” subito violentata da digressioni hard and heavy che non disdegnano neppur inflessioni epico- sinfoniche nel sontuoso “in crescendo” che ne caratterizza la seconda parte. Molto suggestive le keyboards che introducono “Perfect Dream” impreziosita da eleganti arrangiamenti di stampo neoclassico ai quali si sovrappone un dirompente riffing guitar che prelude all’irrompere di solos da brividi,supportati a dovere dalla tempestosa sezione ritmica per un risultato complessivo da sballo. “Flying With The Dragon” è epic power all’ennesima potenza che a fronte delle evidenti inflessioni sinfoniche contrappone un incedere rabbioso hard and heavy impreziosito pure da inserti di fantasmagoriche keyboards e improvvise accelerazioni. Insomma,davvero non ci annoia mai pur trattandosi di un lavoro interamente strumentale e la conclusiva e ancor dolcissima,ancora molto belle le classics guitars ,“The Art Of Ending” è la degna chiusura di un cd pure ottimamente prodotto.Ovviamente….Buy Or Die!!! U.C.
TONY TEARS
(Music From The Astral Worlds)
Minotauro Records/Markee VOTO – 95 PER CHI ASCOLTA – Heavy dark e doom metal
Davvero monumentale questo cofanetto edito dalla Minotauro contenente tutto il materiale edito dall’artista ligure dal 2000 al 2014 ,in tre cd contenuti in confezioni cartonate e splendidamente illustrate impreziosito vieppiù da 6 cartoline singole raffiguranti tutte le varie uscite,nonché da un poster 24x36,con foto,disegni vari e bio dell’artista. Và da se che,visto il lasso temporale e la contemporanea maturazione artistica di Tony,il materiale contenuto è quanto mai eterogeneo anche se in fondo ciò che più conta è il valore artistico della suddetta produzione,ispirata senz’altro e comunque da un lato da Goblin ,Eloy , Pink Floyd e Klaus Schulze,mentre dall’altro troviamo
Black Sabbath,The Black,Paul Chain and Death SS.Il primo cd contiene “Fears And Sensations
In The Claustrophobic Mirror” del 2000 e “Voci Dal Passato” del 2010:del primo ricordo la sepolcrale “Coniuratones Mundi”,il sacrale organo che introduce la ferale “Il Mondo Delle Ombre” e la doomy and space “Statua Di Cimitero”,mentre del secondo segnalo fra le altre ottime composizioni presenti l’orrofica e prog “Le Ossa e il Fuoco”,l’heavy doom de “Terza Profezia”e
“Voci dal Profondo”,l’horror prog and space di “Antichi Messaggi”,nonché il dark spettrale de
“L’anima Vagante”e lo space and prog della comunque mortifera “Un Mondo che non c’è più”.
Proprio lo space and prog è la caratteristica dominante de “The Reality Before All” (2oo4)del quale segnalo “Living in a World of Pain” e la lunga e mefistofelica “Violence without Reasons , “Le Entità della Perdizione” ( 2004) brano unico ma spasmodicamente doomy e “All My Black” del 2007. nel quale compare anche la componente heavy dark di tracks lisergiche quali “Il mio Nero”
E lo straniante psycho garage con imputs tribal prog de “Evoluzione dell’Anima”. Il terzo dischetto
Contiene “Vortice” del 2014,nel quale tutti gli strumenti sono appannaggio di Tony caratterizzato dalle spiritate vocals di David Krieg,che interpretata da par suo l’horror space della sepolcrale “Le Bare Dei Giganti”,il doomy and prog dell’onirica “Alla Ricerca di un Dio” ,la spettrale “Sepolcro del Tempo”e la psicotica “Dentro Il Vortice”.Un’ultima considerazione : i testi rigorosamente in lingua madre sono oltremodo significativi e sempre compenetranti la musica stessa.Insomma più di tre ore di musica da avere assolutamente . U.C.
SKANNERS
(Eins Zwei Drei..Metal Party)
Riff Metal Department/Godfellas VOTO – 100 PER CHI ASCOLTA – Hard and Heavy all’ennesima potenza
Grandiosa questa nuova uscita del gruppo bolzanino che immortala il concerto del 7/12/2013 al Teatro di San Giacomo per festeggiare i 30 anni di militanza nel metal ,edito per l’occasione purtroppo tragica di trasmettere anche a chi non c’era l’emozione provata dal gruppo nell’avere sul palco fra gli altri, per una volta ancora il cofondatore del gruppo Massimo Quinzio,scomparso due mesi dopo.Inutile dire che la prestazione di Claudio Pisoni vox,Fabio Tenca e Walter Unterhauser on guitars,Tomas Valentini on bass e Davide Odorizzi on drums è assolutamente devastante nel riproporre gli old time classics del gruppo quali l’heavy speed di “TV Shock”e “Blood in My Eyes”,la martellante “We Rock The Nation” e la granitica “Iron Man”.Commovente il ricordare da parte di Claudio due splendide persone quali furono Sergio Nardelli e Enrico Farina hai quali è dedicato l’hard and heavy di “Metal Party”,per poi passare alla micidiale “Skanners” che precede l’heavy classy di “Turn it Louder Now” , l’epica “Pictures of War” e l’heavy power della debordante “Flagellum Dei”.Dolcissima la riproposizione in versione acustica di “Scorpion Rider” e il riaggiamento sempre in acustica di “Rock Rock City” e splendida è pure la rendiring dell’heavy ballad “Wild” che prelude alla conclusiva “It’s my Life”che segna l’ingresso sul palco fra gli altri
di Massimo Quinzio,Jack Alemanno,Dino Lucchi e Renato Olivari.Insomma quasi 70 minuti di ottima musica,supportata da splendide immagini e ottima rendering sonora.Ad impreziosire il lussuoso dgp troviamo pure la versione in cd dello stesso concerto…..Buy or Die!!! U.C.
BLACK CAPRICORN
(Cult of Black Friars)
Stone Stallion Rex/Blood Rock VOTO – 80 PER CHI ASCOLTA – heavy and psycho doom
Ristampa in cd del vinile uscito nello scorso anno per il gruppo sardo ora ridotto ad un trio formato da Mr.Monni guitars and vocals,Virginia Piras on bass e Rachele Piras on drums,vox.Il sound proposto pur essendo doom nel senso stretto del termine,si colora di heavy blues a là Blue Cheer nell’iniziale “Atomium”,prima di immolarsi sull’altare dei Black Sabbath nella seguente “The Cult of Black Fiars” pur restando dannatamente psicotico come lo è del resto la sepolcrale e doomy “Hammer of the Witches”.Se “Riding the Devil’s Horses” è uno strumentale dark and doom, “Animala Vagula Blandula”pur rimanendo nell’alveo del doom,congloba imputs ancora di matrice Blue Cheer,digressioni stoner e inserti simil prog di ottima fattura. “Cat People” è macilento horror doom mentre “From the Abyss” un poco a sorpresa chiama in causa pure gli Alice in Chains più oscuri e stoner.Ancora heavy doom e vocals psicotiche caratterizzano invece “Arcane Sorcerer”,
mentre la conclusiva “Co the Shores of Distant Stars” è un sorprendente blues acustico senz’altro
omaggio dei tre al geniale e ormai dimenticato Syd Barrett.Avvolgente….. U.C.