Recensioni: Where The Sun Comes Down "Ten Years Like in a Magic Dream"
Recensioni: Paolo Siani ft Nuova Idea
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L'ANTRO DI ULISSE Tales from the NWOBHM, and more... Volume XXI, a cura di
THE MUGSHOTS (Something Weird) Black Widow Records/Masterpiece VOTO – 90 PER CHI ASCOLTA – Hard ‘n’ Heavy…and more La definizione più adatta al sound di questo misterioso gruppo,del quale non conosco purtroppo nulla d’altro ,è comunque senz’altro e per loro stessa ammissione “Theatrical Rock”.Se la loro immagine si colloca fra Death SS e Atroci,la musica proposta da Mickey Evil on vocals,Priest on guitars,Erik Stayn alle keyboards , Eye Van on bass e Gyorg II on drums,è un micidiale mixing fra Psichedelia,heavy prog,doom,dark wave , gothic rock, influenze space e preponderanti componenti pop punk a là Ramones che fungono da collante al tutto. Insomma un quadro assai composito ma piacevole all’ascolto e ottimamente eseguito e se “The Circus” sembra scritta e suonata da Dave Brock and company,la seguente “Rain” è divertissimo heavy rock …and dance!Al contrario la dark and doomy“I Am an Eye” è in equilibrio sommario fra horror music e heavy prog e se “An Embalmer’s Lullaby part two”è dark wave allo stato selvaggio, “Ophis”è il sentito omaggio del gruppo ai Ramones.La tenebrosa “Sentymento” è quasi gothic,nel suo essere immolata sull’altare dei Paradise Lost,con un inedito e comunque credibilissimo Enrico Ruggeri on vocals.La track comunque migliore dell’intero lavoro e senz’altro l’heavy horror spettrale di “Scream Again” Con un’ispiratissimo Steve Sylvester on vocals,spalleggiato dal feroce Ain Soph Aour dei Necromass. Se “Grey Obsession” è heavy prog venato ancora da imputs dark wave impreziosito dal flauto di Martin Grice dei Delirium ,l’ipnotica e pesantissima “Dusk Patrol” si fregia delle vocals virulente di Tony”Demolition man”Dolan dei Venom ,mentre la conclusiva “Ubique” riprende gli stilemi degli Hawkwind ,pur con predominanti influenze ancora dark wave.Insomma,un gruppo sicuramente di pazzi,ma assolutamente geniali nel loro essere assolutamente personali pur proponendo musica del passato,presente e …futuro???.La produzione è ottima e l’artwork pure per un lavoro da non perdere assolutamente . U.C.
INGRANAGGI DELLA VALLE (Warm Spaced Blue) Black Widow Records/Masterpiece VOTO – 80 PER CHI ASCOLTA – Progressive music Dopo l’eccellente debutto del 2013 a titolo “In Hoc Signo”,nel quale il gruppo reinterpretava da par suo gruppi storici quali Banco Del Mutuo Soccorso e Orme,pur completando il tutto con ottimi spunti sia fusion che jazz,il gruppo romano si ripresenta sul mercato con un secondo lavoro alquanto spiazzante per quanti,come lo scrivente,aveva apprezzato il succitato debutto.Ora infatti ,i punti di referimento del gruppo sono i King Crimson più criptici e soprattutto i Soft Machine,dai quali mediano gli stilemi jazzy e le atmosfere oscure e suggestive come ben testimonia del resto l’iniziale e comunque assai bella“Call For Cthulhu :Orison”,alla quale il piano dona un’ancestrale flavour assai drammatico che trova sublimazione nelle vocals del nuovo Davide Savarese.Se nella seguente “Inntal” trovano spazio imput sia space che hard and prog,con tanto di recitativo in tedesco,la successiva “Call From Cthulhu :Through the Stars” è solo il complemento della prima parte di suite. .Al contrario “Lada Niva” si permea di un dinamico substrato fusion and prog sulla quale svettano le stranianti vocals di Davide che a tratti mi ha ricordato pure i Caravan più introspettivi.Ottime le guitars and keyboards dell’altro nuovo arrivato Alessandro Di Sciullo per una track che alterna breaks dolcissimi,bellissimo il piano della parte conclusiva,a improvvise esplosioni cacofoniche . La perversa “Anjda Wedo” sprofonda ancora in rarefatte e plumbee atmosfere permeate di suggestioni fin troppo introspettive , stranianti e ripetitive. Solo il violino che irrompe a tratti,ne squarcia il decadente e ossessivo incedere ,mentre la conclusiva e sognante “Call For Cthulhu :Promise” mette al proscenio le notevoli capacità interpretative di Davide,per un assunto sonoro dal gusto ancestrale,con un bellissimo flauto in evidenza..Pur riconoscendo la notevole capacità tecnica e compositiva del gruppo,.scusatemi tutti, ma proprio non riesco ad Apprezzare questa ripartenza del gruppo .Beata ignoranza la mia!! . U.C.
ALVARO “JUMBO”FELLA & CONSORZIO ACQUA POTABILE (Coraggio e Mistero) Black Widow Records/Masterpiece VOTO – 100 PER CHI ASCOLTA – Progressive Rock Ho sempre amato i Jumbo per il loro essere fuori dagli schemi e il ritorno del loro leader Alvaro Vella ha riempito di gioia il mio vecchio e consunto corazon.Pur accompagnato da un gruppo giovane quale il C.A.P,il grande Alvaro ha saputo recuperare lo spirito dei Jumbo che ben si esplica nei testi dolorosamente “Sociali” che impreziosiscono l’intero lavoro.Ma nelle iniziali “Coraggio e Mistero” e “Io ti canto” ideali sequels della stupenda “Specchio” (da Vietato Ai Minori…)è comunque il gruppo di Maurizio Venegoni a fare la differenza grazie al loro essere assolutamente devoti al sacro verbo del Banco del Mutuo Soccorso del primo lavoro.Grandioso esempio di heavy prog il primo,sugli scudi le chitarre di Chicco Mercandino e Massimo Gorlezza,mentre nel secondo brano emergono di prepotenza le keyboards di Maurizio e Enrico Venegoni per una track sospesa Magicamente fra Banco,Jumbo…e Consorzio Acqua Potabile.Purissimo progressive quindi, a dir poco mirabile l’inciso di piano che lo introduce, a cui segue “Tra Le Scale e il Cielo” nella quale fanno capolino pure le influenze hard and folk dei Jethro Tull,impreziosite dal duello on vocal di Alvaro e Maurizio Mercandino,dal flauto di Enrico aVenegoni e dalle incursioni dell’eterea Silvia Carpo ai cori .Ancora da brivido il menestrellare e dolcissimo break centrale sul quale si ergono ancora le vocals elegiache di Alvaro,per una rendering complessiva oserei dire geniale.La successiva e ancora hard and prog “La Strada”,ideale compendio dell’incommensurabile “Miss Strand” mette al proscenio tutta la potenza evocativa dei Jumbo,anche grazie alle keyboards di Sergio Conte,alter ego di Alvaro proprio nel leggendario gruppo,con la suite “La Notte e il Mulino di Al” il mirabile sodalizio fra Alvaro e C.A.P. si sublima grazie alla perfetta sintesi fra B.M.S. Jumbo e quant’altro di meglio ha saputo esprimere il prog italiano negli anni ’70:suffusi breaks,in crescendo di matrice sinfonica spettacolari,inserti jazz and fusion e micidiali digressioni hard and prog che confluiscono e trovano la loro catarsi in “Il Cervo e la Fonte”nell’ancor multiforme “Il Cervo e la Volpe”.Molto belle pure “Ciao Alvaro dove vai” e la conclusiva “7 e 30” che comunque non sono all’altezza del resto di un lavoro comunque validissimo.Ottima sia la produzione che la veste grafica….Da avere!! U.C.
PRESENCE (Masters and Following) Black Widow Records/Masterpiece VOTO – 90 PER CHI ASCOLTA – Heavy Prog and more Per celebrare degnamente i 25 anni di carriera il gruppo partenopeo di Sophya Baccini on vocals, Sergio Casamassima on guitars e Enrico Iglio alle keyboards immettono sul mercato un doppio cd Specchio fedele della loro musica.Se sul secondo dischetto troviamo il meglio della loro produzione passata, dalla quale estrapolo le mie tracks preferite quali “ Scarlet,The Sleeper Awakes,The Dark, Evyemaster,Just Bifore the Rain e the Rain”,nonché bellissime versioni con tanto di orchestra di “Hellish,J’accuse,Makumba,Supersticious e The King could die Issueless”,il primo cd presenta brani inediti e tre cover che davvero dimostrano tutte le sfaccettature del prog dei Presence. L’iniziale “ Masters and Following” è a mio modesto giudizio l’highlight dell’intero lavoro:infatti All’incedere epico,si contrappongono breaks dolcissimi sui quali svettano le vocals di Sophya e digressioni sinfonico progressive comunque pregne di oscuri presagi che trovano la loro catarsi nella successiva “Deliver” che pur partendo dai Renaissance più malinconici, si fregia di squassanti inserti di heavy prog grazie al pesantissimo riffing guitar di Sergio, a stento contenuto dalle aperture ancora sinfoniche delle keyboards,grande l’inciso di piano sul quale si adagiano gli eterei vocalizzi della splendida Sophya che d’altra parte si sublima nell’interpretare la struggente “Now” ,Annie Haslam ne sarebbe fiera mia cara Sophya.A seguire troviamo “The House on the Hill” degli Animals riproposta con un geniale e fiero cipiglio heavy prog,cui segue la micidiale “Freewheel Burning” dei Judas Priest,con la sezione ritmica di Mino Berlano on bass e Sergio Quagliarella on drums finalmente al proscenio.Gli inserti di keyboards e le spiritate vocals di Sophya oltre che ovviamente la chitarra di Sergio ne fanno senza dubbio l’altro caposaldo dell’intero lavoro.Ragazzi, per rileggere i Judas in chiave Prog ci vuole davvero pelo sullo stomaco e alla santissima trinità partenopea certo questo non manca se,dopo lo strumentale space oriented di “Space Ship Ghost” il magico trio si permette di strapazzare pure il glam rock degli Sparks riproponendo la loro “This Town Ain’t Bog Enough for the Both of Us” in chiave sinfonico –progressivo. Se la tutto sommato fin troppo prevedibile “Symmetry” riprende in toto il dark progressive di “Black Opera”,la successiva e di ben altro spessore, “Collision corse” è il perfetto riassunto del sound dei Presence: digressioni hard and prog, breaks sognanti e maestose aperture sinfoniche sempre e comunque venate di drammatica malinconia ne fanno l’ennesimo capolavoro del cd.Peccato che le successive “On the Eastern Side” bella ma inconcludente e la conclusiva “The Revealing”fin troppo sempliciotta non ne siano all’altezza. Oltretutto se devo essere sincero,perdonatemi tutti,non ho apprezzato affatto la scarna produzione che in conclusione,mi fa preferire di gran lunga i due lavori solisti di Sophya “Aradia” e “Big Red Dragon”. U.C
MEGATHERIUM (Superbeast) Andromeda Relix VOTO – 75 PER CHI ASCOLTA – Heavy doom and Stoner rock Costantemente in equilibrio fra doom e stoner i veronesi Manuele vocals,Davide guitars ,Fabio on bass and vocals,Stefano on drums, confezionano un lavoro assai piacevole per gli amanti del lato oscuro della forza.Sicuramente ispirato dai Celtic Frost come ben testimoniano la ferale “Ghost of the Ocean” , l’altrettanto pesantissima “Grey line” e la mefitica e perversa “Fly High”, il gruppo italiano non si limita però alla mera riproposizione del sound del trio svizzero,impreziosendo il proprio sound con marcate influenze stoner in “Refuse to Shine”che si ammantano di imputs epic Nella solenne “Twiceman”,per poi sprofondare nel doom più occulto e mortifero della tenebrosa “The Wolf and the Deer”.Ma nel sound della band non mancano neppure le influenze psycho acide Tanto care agli High Tide ben presenti per esempio in “Cleveland”.Se “Betrayers,Everywhere” è ancora smaccatamente stoner,la seguente “Slow Down” ,pur mantenendo la sensazione di claustrofobico terrore che pervade l’intero lavoro è discreto heavy doom,mentre la conclusiva “Retrosky” è un mefistofelico mixing fra Celtic Frost,Kyuss e primi Cathedral.Bravi….. U.C.
DISEQUAZIONE (Progressiva Desolazione Urbana) Andromeda Relix/GT Music VOTO – 75 PER CHI ASCOLTA – progressive music Nati a Trieste nei primi anni ’80,per mano del bassista Giorgio Radi e Vinicio Marcelli alla chitarra,raggiungono solo ora l’agognata stabilità per una line up che ora comprende Dario Degrassi alle tastiere,Fiodor Cicogna on drums e Luca Sparagna on vocals,spesso e volentieri ospite delle Orme . Proprio questo storico gruppo è la fonte d’ispirazione per un gruppo che comunque È saldamente ancorato al sound di Canterbury,in virtù di una musica chiaramente ispirata ai Camel,come ben si evince del resto fin dall’iniziale “Inutile” che alterna porzioni musicali piacevolissime nelle quali la coppia Marcelli/Degrassi,ripropone i duelli guitars and keyboards di Andy Latimer e del mai compianto abbastanza Peter Bardens,a digressioni dolcissime ispirate dal le Orme di Aldo Tagliapietra,numi tutelari della successiva e malinconica “Il Vaso di Pandora”.Se “è Giorno Ormai” è gradevolissimo prog rock ancora suonato a “Dorso di Camello”,la seguente “Nel Giardino del Piccolo Gik”,riprende e modernizza gli stilemi italianissimi del prog rock anni ’70,richiamando alla mente l’antico e purtroppo unico lavoro dei dimenticati Celeste .La conclusiva Suite strumentale a titolo “Progressiva Desolazione Urbana”,conferma tutte le considerazioni fatte finora su un lavoro,forse fin troppo derivativo ma sicuramente piacevole ,ottimamente suonato e composto da un gruppo che comunque dimostra di avere tutte le potenzialità per crescere. U.C.
ASTROLABIO (I Paralumi della Ragione) Andromeda Relix/Lizard Records VOTO – 100 PER CHI ASCOLTA – Progressive rock Dopo “L’isolamento dei Numeri Pari” del 2014,si ripresenta sul mercato il gruppo veronese fautore di un sound assai interessante che congloba con notevole intelligenza compositiva l’hard rock dei Jumbo e le digressioni fusion and jazzy degli Area dai quali mediano pure le tematiche socio-politiche.Davvero bravi Michele Antonelli voce,chitarra e flauto traverso,Massimo Babbi alle tastiere,Paolo Iemmi al basso e voce e Alessandro Pontone alla batteria,nel costruire brani duri e crudi quali l’iniziale e graffiante “Nuovo Evo” chiaramente ispirata al gruppo di Demetrio Stratos Stupenda la seguente “Una Cosa”,che alterna solenni aperture prog rock di estrazione folk grazie al flauto, a digressioni hard and prog che supportano linee vocali di rara espressività e valore artistico,ancor pregne di ironica ma crudissima denuncia del malcostume politico e sociale purtroppo imperante,che raggiunge l’apice nella seguente “Pubblico Impiego” che attraverso una musicalità ancora hard rock,con improvvise aperture heavy prog e ficcanti incursioni di flauto,racconta la metamorfosi di un topo in impiegato statale per un risultato complessivo oserei dire grandioso. “Arte(Fatto)” è introspettiva,suadente e crudele al tempo stesso, nel suo dipanarsi fra un dolcissimo inciso di piano, acoustic guitars e vocals dolcissime pur se caustiche e quasi demenziali nel loro declamare l’eterno contrasto fra arte e denaro. “Otto Oche Ottuse” mi piace assai nel suo essere omaggio ai Jethro Tull pur rimanendo nell’alveo dell’heavy prog e funge da introduzione alla bellissima “La Casa di Davide” che in oltre 10 minuti di splendida musica ancora a cavallo fra Jumbo,Area e Heavy prog, pur se assai personale nell’assunto generale,mette alla berlina tutte le drammatiche contraddizioni che caratterizzano lo stato d’Israele e lo stato di guerra perenne al quale il suo solo esistere,costringe le inermi popolazioni della Palestina. La conclusiva “Sui Muri” è ancora heavy prog rock,che comunque non disdegna breaks melodici di ottima fattura. La produzione è perfetta e l’artwork accattivante per cui…..Da avere!!! U.C.
SYNDONE (Eros & Thanatos) Altrock/Fanding Records VOTO – 100 e Lode PER ASCOLTA – Progressive Music Davvero inarrestabile la crescita artistica del gruppo torinese di Nik Camoglio all keyboards e Riccardo Ruggeri alle vocals and guitars .Dopo lo stupendo “Odysseas”del 2014 infatti,con il presente lavoro ispirato al “Cantico dei Cantici” nella versione dello scrittore Guido Ceronetti i due grandi artisti portano alla sublimazione il loro personalissimo sound pur pregno di influenze che partendo dalla magniloquenza della musica classica e il progressive rock policromo di B.M.S, Acqua Fragile,Orme, Uno e Città Frontale , passando per Genesis,Emerson, Lake & Palmer e Yes,approda ad un suono caledeoscopico che non può non ricordare la musica a 360° gradi dei dimenticati Gentle Giant,proponendo il tutto però attraverso le esotiche dinamiche strumentali degli Area come ben testimonia del resto l’iniziale “Area 51”. Se la struggente “Terra Che Brucia” con Riccardo sugli scudi è idealmente dedicata al gruppo di Francesco Di Giacomo, la seguente “Gli Spiriti dei campi”dominata dal piano e caratterizzata dal vibrafono di Marta Caldara è un drammatico coacervo di progressive rock,digressioni sinfoniche e magiche melodie.Se “Qinah” pur ancora assai dinamica grazie al drumming di Marino Malacrida con Mauro Dellacqua on bass,è bellissima nel suo esser a cavallo fra jazz,fusion,musica etnica e mirabili scansioni rock and prog,la seguente “Duro come la Morte”dominata dal piano di Gigi Rivetti rimembra non poco le Orme più malinconiche, arricchite comunque dal superbo in crescendo prog rock che ne caratterizza la seconda parte.Un ispiratissimo incipit di piano di Marta e le vocals magnifiche di Riccardo, caratterizzano invece l’ammaliante “Alla Sinistra del mio Petto” a cui segue l’altrettanto incredibile “Farha” che assomma in se influenze etniche e lascive digressioni fusion.“L’Urlo nelle Ossa”, magicamente sospesa fra progressive rock ,digressioni sinfoniche e deliziose melodie ancora d’estrazione classica, è impreziosita,semmai ce ne fosse bisogno,dal cammeo al flauto di Ray Thomas (The Moody Blues) cui fa seguito la riproposizione in chiave heavy prog,con digressioni ancora jazz and fusion di “Bambole”.Conclude questo grandioso lavoro la dolcissima ballad “Sotto un Cielo di Fuoco”dominata ancora dal piano di Gigi Rivetti al quale si affianca questa volta il grande Steve Hackett(Genesis) on guitars,per una rendering complessiva invero maestosa.La produzione è perfetta per cui…………BUY or DIE!!!!!!!!!!! U.C.
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