Recensioni: Where The Sun Comes Down "Ten Years Like in a Magic Dream"
Recensioni: Paolo Siani ft Nuova Idea
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L'ANTRO DI ULISSE Tales from the NWOBHM, and more... Volume V, a cura di
I COMPAGNI DI BAAL “La Strada è Ancora Lunga” (autoproduzione) VOTO – 85 PER CHI ASCOLTA – heavy dark…nudo e crudo!!
Questo promo cd del 2010 di Daniele Carnali on guitars, Luca Finaurini on vocal, Diego Brocani al bass e Giorgio Pantaloni alla batteria, pur essendo assolutamente propedeutico al successivo lavoro, risulta assai interessante all’ascolto, in virtù di un sound più immediato e ferocemente heavy. La mancanza delle tastiere infatti, dona all’iniziale “R.I.P” e alla seguente “Nell’Oscurità” una dimensione heavy hard and dark certo cruda ma efficacissima e assai piacevole da ascoltare,anche perché a mio modesto parere il particolare contesto rende le vocals di Luca assai più espressive e deflagranti anche rispetto al lavoro d’esordio. Insomma mi piace la sua impostazione selvaggia e primitiva che trova la massima espressione nella micidiale “Il Dono”, ancora più heavy della versione de luxe a titolo “L’Orrore Che Abita In Me” presente nel cd d’esordio e le stesse considerazioni valgono per la seguente “Ostile” , versione al calor bianco ,grande Luca anche in questo caso,di “Fra Potere E Libertà”.Cosa volete che vi dica..nella mia caverna sui monti di Bergamo…tutto ciò che suona perverso ,granitico e istintivamente selvaggio è sempre il benvenuto e pazienza se la conclusiva e violentissima “The Knoll” certo avrebbe tutt’altro impatto se cantata in Italiano!!!!!!
NOT FOR SALE “Calma Piatta” (Vrec Record/Venus) VOTO – 70 PER CHI ASCOLTA – Punk rock
Quarto album per la band mantovana formata da Anto voce e chitarra,Lino al basso,Spad tastiere e Chitarra e Mimmo alla batteria. Il sound proposto si abbevera alla fonte della triade Green Day, Offspring e Blink 182,anche se le assai piacevoli “Prima O Poi” e “”Il Giorno Zero” risentono dell’influenza degli Shandon. “Per Dare Un Calcio A Questa Vita” e “Il Vento Cambia Anche Per Noi” sono notevoli punk’n’roll song degne di Offspring e Green Day,mentre “Calma Piatta “ è a mio giudizio hard’n’punk di discreta fattura alla Blink -182. Al contrario “L’Orgoglio Del Domani” è un grintoso punk’n’roll, appesantito però dall’eccessivamente prolisso testo in italiano, mentre non sono di mio gradimento “L’Ombra” e “Senza Di Te” invero troppo pop per i miei gusti, pur essendo formalmente perfette. Non sopporto invece “Antologia” brano hip pop sin troppo vicino ai peggiori Linkin Park. Conclude il tutto la pregevolissima acoustic ballad a titolo “Il Modo In Cui Lo Fai” che se non altro testimonia la bravura sia esecutiva che compositiva di un gruppo che a mio modesto giudizio, dovrebbe mollare il freno e suonare come sanno fare.
PAOLO CATENA “Quadri Musicali” (New Light records) VOTO – 80 PER CHI ASCOLTA – space and experimental music
Ennesima reincarnazione del grande artista pescarese, questo nuovo progetto propone il connubio fra la pittura astratta, da sempre Paolo è anche affermato pittore, e musica sperimentale che spazia fra riferimenti ai corrieri cosmici tedeschi dei primi anni ’70, l’iniziale “Lode Al Creatore Jah” avrebbe senz’altro impreziosito pure il grandioso “Hosianna Mantra” dei Popol Vuh grazie all’ispiratissima chitarra acustica che lo caratterizza,e le sperimentazioni cosmiche e space oriented dei Tangerine Dream , come ben testimoniano del resto la seguente “Bacterial”. La lussuosa veste grafica del cd, presenta poi i vari quadri / brani e devo riconoscere che “Ritorno All’Inizio Part 1 & 2” ben associa musica ed immagine, riecheggiando le astruse e tenebrose divagazioni space di “Sign From Space” e “Cosmic Wind” , che trovano la loro catarsi nella tenebrosa “Lola Master Controls” elettro-gothic track resa ancor più angosciante dalle spiritate vocals di Lola e nella dicotomia sonora della psicotica “La Chitarra Di Jabbah”,fin troppo sperimentale per i miei gusti,mentre adoro la terrificante, space and gothic “V.D.M. 1984” dominata dagli allucinati vocalizzi di Paolo che prepara all’ascolto dell’onirica e lugubre “Visione”,assai suggestiva pur nel suo essere ,a mio modesto parere,eccessivamente prolissa. Il breve interludio a titolo “La Nostra Fragilità”denota la passione del poliedrico artista per J.Sebastian Bach e se degna di nota è la performance di Paolo al piano, nella seguente “Planet Chat” emerge pure l’influenza dell’ala oltranzista e minimale della musica contemporanea sperimentale per un risultato fianle comunque assai ostico da ascoltare, almeno per un troglodita della musica come lo scrivente e le stesse considerazioni valgono pure per la conclusiva “Verticolo”. In definitiva,pur ammirando l’ennesima evoluzione “artistica” del mio grande amico…corro di corsa a risentirmi il grandioso “Metropolis” non per nulla in odor di ristampa …troppo retrogrado io…..o troppo avanti Paolo Catena?
THE ROADLESS “Whiskey for Breakfast” (autoprodotto/GDC rock promotion) VOTO – 75 PER CHI ASCOLTA – hard and pop rock
Il gruppo veronese all’esordio dopo anni di gavetta come cover band di Rolling Stone e Jefferson Airplane, è fauture di un sound composito e sufficientemente personalizzato che proprio partendo dal gruppo di Grace Slick (Amber Morning,), incorpora influenze west coast (Crumbs of Difference) non disdegnando pure puntate nel pop rock dei primissimi Cranberries (Lonely Man). Migliori brani del lotto sono a mio giudizio l’hard rock vizioso a là Patty Smith di “Steps” e la conclusiva “Whiskey for Breakfast” dove l’hard rock del gruppo viene irrobustito piacevolmente da imputs southern .Degno di menzione è pure il singolo “Lucky”, anche se le tentazioni pop sono in questo caso fin troppo evidenti.Buona la prova dei due chitarristi Gianluca Aldegheri e Loris Ruffo,mentre la singer Sara Fortini,risulta alla fine troppo monotona nell’impostazione,soprattutto quando il tutto assume tinti hard rock.Molto bella la grafica del digipack e tutto sommato l’ascolto è abbastanzaa piacevole..sicuramente da risentire. Mi scuso per il ritardo...
PINO SCOTTO “Codici Kappa/Live…Rock For Belize” (Cramps/Valery records) VOTO – 90 PER CHI ASCOLTA – Hard ‘n’roll
Il grande vecchio del rock italiano torna sul mercato, confermando quanto di buono, e di brutto, evidenziato nel precedente “Buena Suerte”. I testi come al solito caustici, prendono di mira politici, preti, banche, Tv and many more e sono al servizio di brani micidiali quali il devastante rock’n’roll di “Codici Kappaò” e il pesantissimo hard rock dell’iniziale “Signora Del Voodoo”. Completa il magnifico trittico iniziale la superba cover della storica “Meno Male Che Adesso Non c’è Nerone” di Edoardo Bennato, metallizzata a dovere e interpretata con grinta e gusto dai due Irriducibili vecchiacci. “Festa & Croce” è un soul blues di rara intensità ospitante pure Aida Cooper e se “Mayday” è ancora un fumigante rock’n’roll, proprio non sopporto la seguente “Pino..Occhio” Rap francamente poco convincente cantata con i Club Dogo. Sarò pure retrogrado e vetero rock fino all’inverosimile ma davvero non capisco perché il grande Pino si presti a tali operazioni e per fortuna di seguito mi posso godere l’heavy hard di “Angus Day” interpretata da Pino in groppa, anzi nella borsa di un Canguro. “Business Trash” featuring The Fire, è ancora heavy’n’roll e se “La Terra Ha Il Suo Respiro” è un possente rock blues vagamente southern nel flavour, la seguente “Work In Regress” è micidiale rock’n’roll come solo Pino sa fare. Conclude un ottimo lavoro, nonostante la debacle di “Pino…Occhio” , la superba “Funambolo Retrò”, featuring Modena City Ramblers”che grazie al flauto e al sognante break centrale, assume pure connotati prog pur essendo hard ‘n’blues nel costrutto. Ottima la produzione e degna senz’altro di nota pure l’inserimento nel Cofanetto di un secondo cd “Live…For the Belize”registrato al Summer Music Festival di Lonca di Codroipo (Ud) l’8 agosto 2011 . Da sempre punto di forza del grande Pino, lo show inizia con la dinamitarda “Quore Di Rock’n’Roll”, prosegue con la vetusta ma ancor possente “Get Up Shake Up” e l’infuocato hard ‘n’roll di “Fighter”, “Morta è La Città”, “Spaces and Sleeping Stones” e “Tempi Lunghi” tutte dannatamente sparate in faccia al pubblico da un Pino davvero in splendida forma. Se “Che Figlio Di Maria” è sanguigno hard rock,con la rutilante “On Fire” si torna all’heavy’n’roll ,mentre “Piazza San Rock” è pesantissimo rock blues. Dopo l’insipida “Come Noi” Ecco l’hard accelerato di “Diatribal Rock” e l’heavy’n’roll della superba e amatissima dallo scrivente “Il Grido Disperato Di Mille Band”.Conclude un grande cd la sofferta rendering della struggente “Still Got The Blues”, omaggio del grande e inossidabile Pino, accompagnato dalla Tolo Marton Band, allo scomparso Gary Moore……..BUY OR DIE !!!!!!
EGIDA AUREA “Derive” (HR/SPQR) VOTO – 100 PER CHI ASCOLTA – Neo-Folk and progressive music….
Dal lontano esordio con gli Zess, passando per Malombra, il Segno Del Comando, Recondita Stirpe e il propedeutico e contemporaneo progetto Il Ballo Delle Castagne, Diego Banchero, approda al terzo lavoro di quello che lo stesso grande artista afferma essere la sua “Dimensione Musicale” definitiva: Egida Aurea. Accompagnano Diego, basso e voce, la singer Carolina Cecchinato, punto di forza della band e un pugno di musicisti preparatissimi quali Roberto Lucanato e Davide Bruzzi alle chitarre e tastiere, Fernando Cerchi all’Accordion e percussioni varie(tutti membri dei Recondita Stirpe) e Marina Larcher altra validissima singer . Quello che io ritengo uno dei più grandi musicisti italiani, dà vita ad un lavoro, testi e musica sono rigorosamente suoi, nel quale pur partendo dal Neo-Folk, movimento al quale appartiene di diritto, si ascolta una musica fuori dal tempo, che congloba mirabilmente il cantautorato genovese, De Andrè in primis, alle pulsioni sperimentali del Battiato più ispirato, il primissimo intimista e menestrellare Branduardi, con il progressive italiano “colto” dei seventeen, Saint Just e Il Volo nella fattispecie e la dark wave dei ’90. Insomma, fra Folk “Noir” e Progressive Dark, prendono forma ballate struggenti ma assai caustiche, che pur nell’insita retorica dei testi, non sconfinano mai nella vuota autocelebrazione o nel mero declamare i pur bellissimi versi, risultando in ultima analisi auliche, ma drammaticamente reali, rappresentazioni della decadente ipocrisia e gratuita violenza fisica e psichica che ormai caratterizzano la società odierna. Se l’iniziale “Pedagogia Dell’Autoconservazione”, riflette l’aspetto da moderno cantastorie di Diego,a tratti rivive il fantasma del grande Charles Aznavour, “Il Forziere Dei Ricordi”, “Trasformista”, “Vestale” e la sofferta “La prigionia”sono propedeutiche ballate Neo-Folk, il breve interludio strumentale di “Praepotens Genuensium Praepidium” ne chiarisce le aspirazioni da menestrello del settecento. La marziale “Odore di Benzina”con Vinz Aquarian de Il Ballo Delle Castagne al moog, è superba rappresentazione dark and prog costituendo altresì l’anello di congiunzione con quanto prodotto da Il Segno Del Comando,la seguente e altrettanto militaresca nell’incedere solenne, “Sindrome di Babele”avvicina il gruppo ai contemporanei e altrettanto geniali Ianva dell’amico Mercy. La conclusiva e dannatamente prog “L’Ardente Fiaccola Della Ragione” è forse lo specchio di ciò che potrebbe essere la futura evoluzione della band. La produzione ad opera dello stesso Diego è semplicemente perfetta e l’artwork del bellissimo digipack è assolutamente consono all’opera d’arte che contiene e che spero di aver descritto al meglio,constatata la mia veste di neofita del Neo-Folk. Perdonatemi comunque le eventuali castronerie scritte ragazzi…comunqu…Buy or Die!!!!
DORIS NORTON “Raptus” (Black Widow/Masterpiece) VOTO – 85 PER CHI ASCOLTA – Electronic dark….and prog
Originariamente edito nel 1981, viene riproposto rimasterizzato, il terzo lavoro dell’artista che più di ogni altro ha collaborato all’evoluzione di Jacula e Antonius Rex. Se l’iniziale “Psychoraptus” paga dazio ai seminali Kraftwerk ,la seguente “Raptus”,pur ancor parzialmente ispirata dai folli autori di “Radio-Activity”, nulla ha da invidiare allo space prog di Klaus Schulze e dei corrieri cosmici tedeschi dei ’70 e trova sublimazione nell’ipnotica “Drugraptus” impreziosita dalle chitarre prima acustiche e poi elettriche, grande in questo caso il sofferto solos, di Mastro Bartoccetti. Ma il vero capolavoro del cd è a mio giudizio l’oscura e perversa “Erosraptus” electronic-dark and progressive track davvero degna dei migliori Antonius Rex ,con Mastro Bartoccetti a condurre le danze al basso e Tullio De Piscopo alle percussioni.Concludono il cd,l’eterea “Doris Norton Lab” e l’interessante video dell’iniziale “Psychoraptus”. Molto bella la veste grafica del cd…
ORNE “The Tree Of Life” (Black Widow/Masterpiece) VOTO – 95 PER CHI ASCOLTA – Progressive Dark
A 5 anni dall’esordio “The Conjuration By The Fire”,torna sul mercato il gruppo finlandese di Kimi Karki (Lord Vicar, Reverend Bizzarre), guitars e mellotron e Sami Albert Hynninen (R.B) on vocals. Proprio le vocals solenni e baritonali di quest’ultimi caratterizzano il sound della band sempre in precario equilibrio fra Van Der Graaf Generator e Black Widow come la ieratica “The Temple Of The Worm” ben testimonia del resto. “The Return Of The Sorcerer”pur se ancora profondamente influenzata dal gruppo di Peter Hammill, si ammanta pure di sonorità oscure e cariche dell’esoterica malinconia degli High Tide di “Sea Shanties”,mentre “Don’t Look Now” Sembra tratta dal songbook dei Pink Floyd del compianto Syd Barrett,pur mantenendo intatto il flavour dark che comunque fatica a nascondere le pulsioni a là Genesis del crescendo che ne caratterizza il sinuoso incedere e l’impetuosa seconda parte. Chitarre e tastiere ,hammond e mellotron, in perenne contrasto caratterizzano pure l’altrettanto coinvolgente “Beloved Dead” che se nella parte iniziale par essere il sequel di “The Wizard”,nella seconda parte si irrobustisce di pulsioni hard rock con l’hammond che giganteggia sulla ritmica chitarra, andando a svelare quanto pure gli Uriah Heep siano importanti nell’economia sonora del gruppo finlandese. “ I Was Made Upon Waters” contrappone, improvvise sfuriate ancora di matrice Hard Rock a struggenti e maestose aperture alla Pink Floyd pur conservando,grazie all’intervento del sax ,tutto il dolore esistenziale dei Van Der Graaf Generator. La conclusiva “Sephira” è l’unica concessione di Kimi al gruppo madre,dove ficcanti breaks a là Black Sabbath/ Uriah Heep vanno a squarciare il lugubre velo che la ricopre tutta.La produzione è ottima e la grafica,raffigurante “La Tentazione di Eva” del pittore Spencer Stanhope”,è bellissima.
MISANTROPUS “Misantropus” (Doomymood records) VOTO – 85 PER CHI ASCOLTA – Heavy Doom…and Dark
Trasposizione in cd dei due lavori usciti nel 2OO3, sia l’lp che l’ep, sono specchio fedele della filosofia musicale di Alessio Sanniti on guitars,Vincenzo Sanniti on bass e Max Bergo on drums ora sostituito da Andrea Vozza . Monolitico dark sound che ispirato dal Paul Chain dei primi anni ’80, dai Requiem di Mario Di Donato e ovviamente dai Black Sabbath, ha come caratteristica precipua quella di essere interamente strumentale, cosa questa che lo rende ancor più soffocante e dannatamente oscuro. Se l’iniziale “Life” è comunque specchio fedele che i tre bimbi si sono pure abbeverati alla fonte maledetta di Angelwitch e Witchfinder General,le seguenti, violentissime e ferali “Man” e “Woman” sono immolate sull’altare del defunto(?) Paul Chain di “Ash”. “Animalspact” è doom metal fino al midollo,nel suo incedere angosciante e sabbatico, mentre “Transformation” che conclude l’lp è heavy dark di ottima fattura. L’ep aggiunto consiste nella riproposizione di “Life” e “Transformation”, entrambe impreziosite però dalle vocals fonetiche ma allucinate di Francesca Luce che aumentano in modo esponenziale l’effetto “noir” del sound di un gruppo che davvero non vedo l’ora di risentire….magari proprio con Francesca.
NOTTURNO CONCERTANTE “Canzoni Allo Specchio” (Radici Music Records) VOTO – 100 PER CHI ASCOLTA – “World Music”
Autore dal 1989 al 1994 di 4 album del cosiddetto new –prog, il gruppo campano torna sulle scene nel 2002 con “Riscrivere Il Passato”, lavoro nel quale si palesava il tentativo di evolvere il proprio sound . Accanto ai membri storici Lucio Lazzaruolo (chitarre, tastiere) e Raffaele Villanova(chitarre e voci), troviamo Giuseppe Relmi (voce solista), Carmine Marra (sax, clarinet, whistles), Carmine Meluccio (violin) ,Gabriele Moscaritolo (accordion), Simone Pizza (percussioni) e Giuseppe D’Alessio al basso che sostituisce Antonio D’Alessio scomparso nel 2008 e al quale è dedicato il presente lavoro. Difficile dire se e quanto i nuovi musicisti abbiano contribuito al cambiamento, ma resta il fatto che il gruppo irpino, da un sound ispirato ai Marillion è passato ad una musica “globale” che spazia fra tentazioni folk o meglio etniche, input jazz rock e raffinata canzone d’autore, pur conservando deliziosi arrangiamenti ancora di sapore progressive. Insomma è come se Peter Gabriel, Steve Hackett e Anthony Phillips si fossero ritrovati in qualche sperduta taverna dell’Irpinia per ascoltare De Andrè….Se l’iniziale “Ahmed L’Ambulante” è caratterizzata da input dal sapore medio orientale, il breve strumentale e dolcissimo “Young Man Gone West” pur avendo un retrogusto agreste e sognante sembra davvero uscito da “The Geese & The Ghoost” del sunnominato Anthony Phillips. “Come Il Vento”, alterna divagazioni jazz rock a ficcanti incursioni nella fusion, stupendo l’inciso di piano che ne caratterizza il break centrale, per poi contribuire a rendere ancora più dolce e melodiosa la sofferta “Anime Belle”, rilettura insieme all’altrettanto fascinosa“The Price Of Experience”,che alterna soluzioni sonore a là Hackett a divagazioni jazz e ancora vagamente folk, di due classici del loro repertorio degli anni ’90. Nel mezzo a queste due autentiche gemme di eleganza musicale, troviamo “On Growing Older” altro struggente intermezzo acustico che commuove nel suo essere un chiaro omaggio al mai compianto abbastanza Fabrizio De Andrè, musa ispiratrice pure della grintosa “Lei Vede Rosso” personalizzata comunque da intriganti interventi di sax and flute. “La Milonga Di Milingo”sembra uscita dal songbook di Astor Piazzola, nel suo conglobare elementi tipici della musica sudamericana e input ancora jazzy: davvero gustoso in questo caso il clarinetto che accompagna le acustiche in un vortice di musica che davvero “acchiappa assai”.. “Canzone Allo Specchio” è sofferta canzone d’amore, con il sax che disegna preziosi arabeschi sul morbido tappeto creato dalle acoustic guitars e dal piano, prima che un ficcante solo di elettrica risvegli dal sogno che si conclude comunque e purtroppo con l’etereo strumentale finale a titolo “Ark En Ciel”. La produzione è perfetta e la grafica del digipack, quasi un libro, è semplicemente grandiosa, grazie a Fabio Mingarelli. BUY or Die!!!!!!!!!!
ELECTRIC SWAN “Swirl in Gravity” (Black Widow/Masterpiece) VOTO – 100 e lode PER CHI ASCOLTA – Hard rock…..and Many More Music…
Mai copertina (è bellissima, grande Pino!!!!) fu cosi propedeutica al contenuto di un cd. Il fragile ponte prensile che attraversa un paesaggio da fantascienza che comunque potrebbe essere benissimo una palude, sorregge con orgoglio gli Electric Swan, mentre nella melma sottostante ci sguazzano tutti coloro (The Answer e Wolfmother…tanto per non fare nomi…) che scimmiottano pedissequamente e senza “palle”, l’hard rock dei primi anni ’70 . Lucio “Wicked Minds” Calegari on guitars & vocals, Paolo “Apollo” Negri(organ & vintage Keyboards) e Monica Sardella alle vocals, ossia tre quinti del gruppo madre, sorretti all’uopo dalla micidiale sezione ritmica formata da Edo Giovanelli on bass e Marco Barbieri on drums, sono infatti fautori di un sound che pur partendo dai Led Zeppelin ,presenta input che chiamano in causa da Jimi Hendrix ai Kyuss, passando per Black Sabbath , Grand Funk Railroad, Dust and Free, non disdegnando neppure ficcanti innesti dell’hard and prog di Warhorse e May Blitz , il tutto riletto, secondo il gusto tutto italico, secondo l’ottica selvaggia e primitiva della grande Janis Joplin, della quale propongono pure la sempiterna “Move Over” graziata da una rendering a dir poco strabiliante e nello stesso tempo commovente. Se nell’ultimo lavoro dei Wicked Minds, Monica non mi aveva convinto, genuflesso, circonvesso e con la zucca cosparsa di cenere, devo riconoscere che la sua performance è davvero, in questo caso, superlativa. Partendo dall’iniziale e vagamente prog “Swirl in Gravity”, Janis sulla groppa dei Warhorse, infatti, Monica interpreta con vigore, eccezionale grinta e grande passionalità, brani carichi di elettricità, Lucio è sempre stato un riffmaker di eccezione, pur attento anche a costruire architetture sonore attente alla melodia e la spumeggiante “Lonely Skies” lo dimostra:spunti jazz rock, grande in questo caso Apollo, ripartenze hard,’n’funk, solos a mitraglia che uniscono Jimi all’altrettanto grande Mark Farner, ne fanno un gioiello di rara bellezza. Se poi Janis prende il “Treno”… ci tocca sentire la micidiale “End Of Time”, che alterna break melodici a spunti hard’n’fusion sui quali svetta ancora e sempre il barbuto Lucio. Superba Monica nell’interpretare la bluesy ballad “Wicked Flower” graziata da un solo guitar che strazia l’anima, incastonato nel soffuso e dolente fluire delle keyboards di Apollo .Ancora tambureggiante hard’n’soul per l’ardita “Ride On Another Sun”che coniuga Kyuss, Janis e Grand Funk in un matrimonio blasfemo ma di indubbia sensualità, mentre la tetra e pesantissima “Garden Of Burning Trees”è immolata sull’altare dei Black Sabbath….o Widow che siano, visto che ai piedi dello stesso troviamo Clive Jones e il suo magico sax .Detto della a dir poco esagerata rendering di “Move Over”,invero magico Apollo on keyboards,non mi resta che sentire per l’ennesima volta…(11 per la precisione)la dolcissima ballad conclusiva a titolo “Drag My Mind”. Perfetta e potentissima la produzione, stupenda la grafica e invero sopra le righe le qualità esecutive del gruppo, per cui……BUY or DIE!!!!!!!!!
SYNDONE “La Bella e la Bestia” (AMSrecords/BTF) VOTO – 100 PER CHI ASCOLTA – Prog sinfonico
Se nei ’90 la band torinese era un trio sostanzialmente dedito alle sonorità care a E.L.P., con “Melapesante” album del 2010, che ne sanciva il ritorno dopo 15 anni di assenza dalle scene,la band del tastierista Nik Comoglio poneva le basi per un sound che pur partendo ancora da E.L.P., Orme, Banco del Mutuo Soccorso e Goblin,arriva a conglobare istanze musicali ben più varie avvicinandosi spesso a quanto creato da Gentle Giant, Greenslade ma soprattutto a mio modesto parere,Acqua Fragile, Arti & Mestieri, Area,Uno e Città Frontale. La molteplicità delle soluzioni musicali, oltre ovviamente alla maestria di Nik ai tasti d’avorio, è da imputare sicuramente anche ai nuovi membri Francesco Pinetti ,vibrafono ,marimba, percussioni, Glockenspiel e al vocalist Riccardo Ruggeri, autore tra le altre cose,del concept tratto dalla famosa fiaba del 1756 di Leprince De Beamont. Proprio quest’ultimo è il punto di forza del trio, considerando che riesce magistralmente ad interpretare i vari personaggi della fiaba stessa, La Bella,La Bestia, Il padre della Bella, Il Narratore e La Rosa, con una varietà di timbriche vocali incredibili. Inutile dire che la musica è passaggio dopo passaggio ,asservita agli stati d’animo dei vari personaggi,creando un caleidoscopio di suoni invero di non facile ascolto ma assolutamente affascinante,una volta scoperta la chiave di lettura.Se l’iniziale “Introitus” è un solenne e marziale strumentale che solo sul finire ospita il languido intervento della Rosa,la seguente “Il Fiele e Il Limite” che coinvolge per la prima volta il Narratore,si dipana fra divagazioni jazz prog e dolcissimi duetti fra piano e voce,ricordandomi pure un’altra superba rock opera quale “Orfeo 9” di Tito Schipa J. Ancora un bellissimo inciso di piano introduce e accompagna il doloroso declamare della Bestia ,grandioso Riccardo,cui risponde l’angosciante supplica del Padre della Bella per una track struggente dove vibrafono,viole,violini e violoncelli,creano un’atmosfera davvero drammatica,che si trasforma nella rabbia del Narratore che declama “Complice Carnefice”, che in coppia con l’altrettanto dinamica “Mercanti di Gioia”sono gli unici episodi di ridondante e purissimo prog rock dell’intero lavoro. “Piano Prog Impromptu” è un altro breve ma incisivo strumentale che precede “Tu Non Sei Qui”,è ancora la Bestia in azione, dolcissima track che rimembra non poco il Banco del Mutuo Soccorso dei primi album che oltre al bellissimo piano,presenta pure uno struggente solo di flauto ad opera di Ray Thomas (Moody Blues), presente pure nell’altrettanto suadente ma ben più dinamica e Jazzy “Orribile Mia Forma”. Con la Bella finalmente al cospetto della Bestia ,con un altro leggiadro intervento sempre al flauto. Se “Bestia” è prog sinfonico, appena punteggiato da imput jazz and fusion e dal costrutto squisitamente teatrale, la seguente “ Ora Respira” è altro dolce duetto fra piano and vocals, appena disturbato da ridondanti inserti polifonici e fiabeschi interludi per piano e vibrafono. “La Ruota Della Fortuna”,strumentale ancora per il solo ma ispiratissimo piano,la conclusiva e ancor bellissima “Canto Della Rosa”, conclude degnamente un grande lavoro, che pur nella sua complessità risulta comunque fruibile anche e soprattutto per la brevità dei singoli episodi. La produzione è fantastica e l’artwork dello splendido digipack assai bello…BUY or DIE!!!!
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