Recensioni: Where The Sun Comes Down "Ten Years Like in a Magic Dream"
Recensioni: Paolo Siani ft Nuova Idea
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L'ANTRO DI ULISSE Tales from the NWOBHM, and more... Volume VII, a cura di
SLOW – GIN “A Matter Of Time” (Blood Rock Records/Black Widow) VOTO – 80 PER CHI ASCOLTA – progressive rock.
Non contento delle sperimentazioni insite nel geniale progetto Akron (La Signora Del Buio, Il Tempio Di Ferro), Enio Nicolini bass player di Unreal Terror e The Black,continua la sua personalissima ricerca musicale, ancora spalleggiato dal folle vocalist Eugenio Mucci (Requiem, Akron e Insider) e dal poliedrico drummer Giuseppe Miccoli (Requiem). Se nel progetto Akron, le architetture sonore erano tutto sommato basate su sostanziali input progressive, anche e soprattutto grazie alle keyboard, nel nuovo progetto il tutto si riduce ad una minimale, ma assai geniale rilettura di tutto lo scibile musicale che ha caratterizzato la carriera musicale dei singoli musicisti coinvolti in un progetto certo di difficile assimilazione ma capace di ammaliare, grazie ad un caleidoscopio di suoni e colori che vanno dal nero seppia della sabbatica "Lord Of Snowflakes"…al giallo cangiante della policroma e psicotica "Bring On the Lion". Nel mezzo troviamo lo psicotico prog di "My Dog Is Beautiful", che partendo dagli Atomic Rooster, approda alla corte del Re Cremisi, dal quale media le digressioni jazz and fusion che caratterizzano pure la comunque, almeno nelle intenzioni, epic and dark "Spiritual Coma". Con "Dreams In A Jar" la drammatica interpretazione del mai osannato abbastanza Eugenio Mucci, dona al pezzo una tragica atmosfera da tregenda greca che nemmeno le sulfuree note del basso di Enio e il drumming incestuoso di Giuseppe riescono a scalfire. Non offendetevi amici miei se dico che solo il grande Eugenio poteva rendere plausibili architetture sonore assolutamente fuori regola quali quelle che sorreggono l'hard rock mefistofelico di "Islero" o lo sbilenco incedere prog and space della sofferta "Fugitive". Incredibile davvero poi il perfetto interagire delle vocals spiritate di Mucci nella composita "Don't Be Afrain Of The Dark", dove Enio e Giuseppe rileggono i Black Black Sabbath …..inseguiti dai Police!!!!!Nella pazzesca "Clouds Floating In A Blue Sky", basso e batteria disegnano astruse dicotomie sonore che partendo dai seminali Primus arrivano a rileggere il dark rock in chiave fusion and jazzy ,il tutto sorretto dalle ieratiche linee melodiche di un ispiratissimo Eugenio,che supera se stesso nell'interpretare l'hard and space della delirante "Decline And Fall Of Progress And Illusions". Conclude il tutto lo strumentale "Digital Space Wave" che assomando in sé il credo musicale di questo nuovo progetto, dimostra se mai ce ne fosse bisogno come si possa creare ottima musica anche solo con basso e batteria….quando a farlo sono veri musicisti quali i tre pazzi coinvolti in questa affascinante avventura musicale. La produzione è ottima e l'artwork, ovviamente, rimanda alla pazzia di cui sopra. Grandi!!!!!!!!!
RENAISSANCE “Grandine Il Vento (Symphonic Rock Recording) VOTO – 100 e lode PER CHI ASCOLTA – progressive music
Adesso posso pure morire ragazzi!!!!!!!!!!!!Se il ritorno dei Satan mi ha stupito e al contempo entusiasmato, questo nuovo album dei Renaissance, degno successore di "Tuscany" ( 2001), mi ha commosso fino alle lacrime. Per la verità preceduto dall'ep "The Mystic and the Muse" (2010) edito solo in Giappone , il nuovo "Grandine Il Vento" riassume e completa quanto fatto dal gruppo di Annie Haslam negli anni 70' e 80'. A rovinarmi la festa è però sopravvenuta nel novembre del 2012 l'improvvisa morte di Michael Dunford principale compositore del gruppo e imprescindibile partner di Annie nella creazione di un progressive, senza pari né paragoni. A questo riguardo permettetemi però un breve riassunto della storia di questo grande gruppo, troppo spesso ignorato dalla stampa e pure dai fans del progressive rock. Dunque,nato nel 1969 per volontà di Keith Relf e Jim McCarty (ex Yardbirds), il gruppo si distingue fin dall'inizio per un particolare mixing fra rock, folk e musica classica. Dopo due album a mio giudizio molto belli ma non essenziali con Jane Relf on vocal,è solo con "Prologue" (1972), "Ashes Are Burning" (1973) , "Turn Of The Card"( 1974), "Scheherazade And Other Stories"(1979) e "Novella" (1977) che il gruppo, ora completamente rinnovato con Annie Haslam on vocal e Michael Dunford on acoustic guitar , John Tout on keyboards, Jon Camp on bass e Terry Sullivan on drums, raggiunge vette compositive eccelse, grazie alla stupenda voce di Annie e al lirismo compositivo di Michael .Unici ,inimitabili e geniali, i Renaissance, partendo dalle partiture classiche di mostri sacri quali Bach, Ravel, Chopin, Albinoni e Debussy, ma soprattutto influenzati dai compositori russi Prokofiev, Rackmaninoff e Rimskiy-Korsakov, arrivano alla creazione di un sound dolcissimo, ma assai dinamico che, perso nel tempo e nello spazio,congloba pure input rock e ancestrali reminiscenze folk agli arabeschi sonori creati dai Camel ,Yes e Emerson, Lake & Palmer. Certo i fasti dei capolavori sopraccitati sono lontani anche solo perché John Tout al piano resta inarrivabile per chiunque, pur riconoscendo quanto di buono fatto da Rave Tesar e Jason Hart on keyboards.Tuttavia,il nuovo lavoro contiene comunque tracks invero degne dei capolavori d'allora quali ad esempio l'iniziale e composita "Symphony Of Light" degno compendio a "Can You Hear Me?" (da Novella), grazie al suo alternare stupende parti melodiche a improvvise quanto maestose aperture sinfoniche. La seguente "Waterfall"è un agreste e dolcissima ballad dove sul delicato arpeggio dell'acoustic guitar di Dunford, si erge sublime la dolcissima voce di Annie, per un risultato finale davvero struggente. "Grandine Il Vento", pur ancor melodica oltre ogni dire, si adombra di digressioni rock and pop in parte mediate da "A Song For All Seasons"ma comunque assai piacevoli da ascoltare. Ma è con la seguente e suadente "Porcelain" che i nuovi Renaissance davvero sfiorano l'eccellenza della grandiosa "Carpet Of The Sun" , pur conservando gli stilemi etnici cari alla produzione solista della grande Annie. La bellissima "Cry To The World" , è forse l'episodio più strettamente progressive dell'intero lavoro, grazie anche al flauto di Jan Anderson che intarsia mirabili arabeschi sulle algide note dell'acustica di Michael .Degna di nota in questo caso pure la sezione ritmica di David J.Keyes on bass e del drummer Frank Pagano,per un ideale escursione nelle terre di Canterbury dove i Renaissance incontrano i Jethro Tull a cavallo dei… …..Camel !!! Se "Air Of Drama" è impreziosita da inserti folk e deliziosi in crescendo a là "Midas Man",che sfociano nel bellissimo inciso di piano che la conclude,la seguente "Blood Silver Like Moonlight" è l'ideale sequel della malinconica "At the Harbour",anche se gli interventi dell'altro ospite di lusso John Wetton on vocal riconducono il tutto in territori fin troppo vicini agli Asia più melodici. La conclusiva ,composita e assai dinamica"The Mystic And The Muse" oltre che concludere il cd, chiude il magico cerchio formato da "Runnning Hard", "Ashes Are Burning" e "Things I Don't Understand" , segnando al contempo la rinascita e purtroppo la morte dei Renaissance, privati da un destino crudele del loro mastermind, proprio quando l'antica magia fra Annie e Michael sembrava rifiorita.La produzione è a dir poco fantastica e l'artwork a opera della poliedrica Haslam ,bellissimo !!!!!.Il cd autoprodotto, perché il gruppo non aveva trovato una label disposta a pubblicarlo(che vergogna ragazzi…) almeno all'inizio è stato distribuito solo a quanti lo avevano finanziato (io compreso ovviamente) più di un anno fa. Penso comunque che sia ancora disponibile visitando il sito www.renaissancetouring.com
SIDHE “She Is A Witch” (Black Widow) VOTO –75 PER CHI ASCOLTA – Gothic rock/heavy dark
Il lavoro di esordio del gruppo varesino è davvero difficile da catalogare in quanto il sound proposto presenta molteplici sfaccettature . Infatti se la sulfurea "L'Incantesimo" è dark rock con digressioni nel doom, l'iniziale "The Wheel Of The Year" è l'ideale connubio fra il gothic rock degli Inkubus Sukkubus e il power epico dei compianti Power Symphony ,ai quali è facile accostare anche e sopratutto in virtù delle particolari vocals di Tytanja. "Goddess Song" invece è epic metal allo stato brado, anche se poi,il riffing guitar di Rob (ex Longobardeath) riconduce il tutto nell'alveo dell'heavy dark, dove si posiziona pure "She Is A Witch" impreziosita pure da input progressive dark a là Presence ( "Black Opera" docet), influenza questa ben presente pure ne " Il Vangelo Di Aradia" a mio giudizio il brano migliore del cd. Tytanja è perfetta nel salmodiare e l'incedere epico ma pesantemente gothic trova la sua catarsi nella magistrale digressione doomy and dark del break centrale. "In The Twilight" è ancora heavy dark anche se la produzione dell'intero lavoro, penalizzando i suoni del basso, ne inficia parecchio il risultato finale. Molto meglio comunque la ieratica "Witchcraft Way" ancora coacervo dannato fra gothic e metal dark, che nella conclusiva "Superstition" si innerva pure di interessantissimi imputs power epic. In conclusione un bel lavoro,penalizzato dalla produzione e dal fatto che il gruppo,a mio modesto parere, deve finalizzare al meglio gli ottimi intenti espressi.
WITCHE'S BREW “Supersonic Speed Freaks” (Black Widow Record/Masterpiece) VOTO –100 PER CHI ASCOLTA – heavy rock..and more.
….and more………….e non potrebbe essere altrimenti, constatata l'assoluta anarchia compositiva del gruppo di Mirko Zonca, Mirko Bosco e Frankie Brando rispettivamente bass, guitars and drums ai quali si affianca il nuovo singer Richy Dal Pane (Buttered Bacon Biscuit) . Ascoltare i W.B .è come calarsi in un gigantesco e infernale calderone nel quale ribolle una letale mistura di Hawkwind, Black Sabbath, Sir Lord Baltimore,M.C.5.e Blue Cheer che comunque rimangono i numi tutelari del gruppo come ben testimonia del resto l'iniziale, durissima e psicopatica "Wintage Wine"impresita da un solo sax di Martin Grice (Delirium)che, dall'heavy blues dell'album di esordio sposta il sound sui territori psycho garage finora dominio assoluto di Pink Fairies e Deviants pur mantenendo saldi e incrollabili gli imputs hard che nel proseguo contribuiscono all'irrompere della promiscua e selvaggia "What'd You Want From Me" che grazie al contributo di Paolo "Apollo" Negri(Wicked Minds,Electric Swan) all'hammond permette al gruppo di omaggiare nel finale pure gli Uriah Heep attraverso la citazione della sempiterna "Gypsy" del resto ben presente pure nel massacrante riffing guitar che sostiene l'intero brano.Insomma e aldilà di ogni sterile polemica è,a mio giudizio impossibile rifarsi ai seventeen senza richiamarne le basilari componenti.Non per nulla con la seguente "Children Of The Sun" i due Mirko sodomizzano da par loro il classico degli Hawkwind a cui partecipa pure Nik Turner al flauto, che in quanto a pazzia certo non era secondo a nessuno, senza dimenticare il richiamo nemmeno troppo velato a "Master Of The Universe", posto in conclusione di una track davvero al limite della schizofrenia compositiva. Con l'oscura e drammatica "Make Me Pay" invece, il gruppo pone l'accento sulla componente stoner and doom del loro sound e non per nulla alle vocals troviamo il grande Steve Sylvester mai così ispirato e luciferino, pur restando il complessivo assunto sonoro nella dicotomia sonora cara al gruppo di Dave Brock,ancora ben presente nella seguente "Tell Me Why", splendido esempio di heavy psych rock all'ennesima potenza,grazie ai micidiali innesti heavy blues di derivazione M.C.5. J.C.Cinel(ex Wicked Minds) interpreta da par suo "Magic Essence" track questa che ,seppur immolata sull'insanguinato altare dei Black Sabbath, conserva magistralmente nelle digressioni hard and blues che la caratterizzano e nel break di heavy space che la violenta, tutta la genialità compositiva di un gruppo che davvero,santifica e reinterpreta i seventeen, secondo un'ottica assolutamente personale. Prova ne sia che la conclusiva "Supersonic Wheelchair" è un pazzesco mixing fra heavy'n'roll,space metal e hard'n'blues che testimonia ancora una volta e semmai ce ne fosse bisogno,della genialità compositiva di un gruppo invero al di sopra di ogni sospetto.
BALLO DELLE CASTAGNE “Surpassing All Other Kings" (Blood Rock Records/Black Widow) VOTO – 90 PER CHI ASCOLTA – progressive rock
Prosegue la personale rilettura di tutto lo scibile progressive da parte di Diego Canchero bass and vox e Vinz Aquarian voce solista and keyboards, per l'occasione ottimamente spalleggiati da Roberto Lucanato on guitars, Davide Bruzzi on keyboards e Fernando Cerchi on drums. Se nel precedente "Kalachakra" aleggiava un non so che di esoterico tendente al neo folk,in questo nuovo lavoro il progressive del gruppo assume connotazioni assai varie che vanno dall'epic dark incalzante e marziale dell'iniziale " Tema Di Gilgamesh",impreziosita pure dalle vocals dell'ospite Carolina Cecchinato e dello strumentale conclusivo "Apocriphon Of Gilgamesh", alla gotica ma ancor epicissima "Il Risveglio", con Marina Larcher alle female vocals, che comunque risente degli influssi del neo progressive degli anni '80. Carmen D'Onofrio caratterizza da par suo l'hard'n'prog Della conturbante "Il Viaggio" e se lo strumentale "Rorate Coeli" è space prog con il moog di Vinz sugli scudi, lo stupendo piano di Davide Bruzzi accompagna lo stesso Vinz nello psicotica "Die Konigin Der Nacht" fulgido esempio di neo folk oscuro e drammatico. "Il Segreto" è un tambureggiante episodio di psyco prog di certo influenzato da Can , Popol Vuh e Magma, mentre la seguente "Aquarius Age" è purissimo space progr ancora sotto l'egida dei corrieri cosmici tedeschi. "Fire In The Sky" è invece heavy space immolato sull'altare degli Hawkwind,dominato dalle vocals malate di Vinz e dall'ispiratissime guitars di Roberto Lucanato , ancora protagonista in chiave acustica però della breve e dolcissima "Eoni" cantata in coro dall'intero ensamble. La produzione è ottima e il digipack molto bello.
STRIKE “Back In Flames” (BJolly Roger Records/Masterpiece) VOTO – 80 PER CHI ASCOLTA – Hard 'n'Heavy
Autentici precursori della NWOIHM, gli Strike nascono in quel di Napoli nel 1979 per volontà dei fratelli Dario Ingrosso (vox,bass) e Paolo Ingrosso (guitars) purtroppo scomparso nel 2002. Ai due musicisti italiani si uniscono ben presto gli americani Jimbo Moshier on guitars e Jimmy Sharp on drums e dopo due anni di gavetta i nostri eroi escono sul mercato nel 1981, con questo lp. Il cd in questione, oltre che l'intero lp ovviamente rimasterizzato, contiene pure il demo dell'anno seguente con Lucio Mazzero on guitars e Joe Bavarese on drums. Il sound proposto è un grintosissimo hard'n'heavy che pur peccando delle ovvie ingenuità dell'esordio ,pesca a piene mani dai primissimi Anvil, come ben testimonia l'iniziale, tellurica e speedy "Short Cut To Hell",impreziosita pure dagli imputs heavy'n'roll dei Raven ,ancora ben presenti nella dinamica "Head Out" dove fanno capolino pure gli altrettanto appena nati Tygers Of Pan Tang ai quali si ispira pure la seguente "I Want To Rock", hard rock track dall'incedere marziale e durissimo che per la prima volta fa trasparire pure l'amore del gruppo per l'US.Metal . Sia chiaro però ragazzi,pur con i continui riferimenti,e non poteva essere altrimenti,il sound del gruppo partenopeo , non era uno squallido clone di questo e quel gruppo appena menzionati,ma un credibilissimo mixing fra le varie anime del metal di quegli anni,prova ne sia che se "Hot Wheels" è una gustosa cavalcata hard in Ac/Cd style,la selvaggia "Heavy Metal Army" deve aver ispirato non poco pure i guerrieri sassoni.. Se la ficcante "Go Your Way" pur partorita dalla pancia dei cangurini appena citati,propone all'altezza del refrain interessanti digressioni US.Metal,poi riprese da Rough Cut,Ratt e Lizzy Borden. Invero micidiale l'heavy'n'speed della rutilante "Fire's Goin'Higher",summa cum laude del credo musicale dei fratelli Ingrosso,mentre "Running The Race" è Heavy Metal tout court ,con il refrain ancora iper melodico ma assai gustoso a sentirsi anche se è palese il riferirsi agli Steppenwolf. A chiudere lo storico vinile,ma non il cd in oggetto, ci pensa poi l'hard rock dell'incalzante "We've Got The Music" ,che pur nella sua intrinseca durezza heavy,lascia trasparire le influenze melodiche del Metal Airplay a stelle e strisce, Quiet Riot, che si sublimano in "Flames" prima traccia del demo dell'anno seguente ,heavy'n'roll ad alta gradazione inficiato solo dalla scarsa qualità del suono. Peccato perché pure le seguenti "Let's Me Go" e " C'mon Let's Rock"sono un'eccellente esempio di heavy rock ,ormai votato alle sonorità US,a dispetto dell'italianissima formazione che le compose.Davvero meritoria l'opera di riscoperta di questo piccolo bijou della NWOIHM. .
BUD TRIBE “Eye Of The Storm ” (Jolly Roger Records/Masterpiece) VOTO – 100 PER CHI ASCOLTA – Heavy Metal …..allo stato selvaggio/p>
Per lo scrivente è sempre fonte di indicibili emozioni ascoltare e scrivere della gesta di Daniele "Bud" Ancillotti, unico depositario di quanto creato dalla leggendaria Strana Officina .Ancora spalleggiato dal fratello Bid al basso, Leo Milani (Sabotage) on guitars e dall'inossidabile Dario Caroli(Sabotage, Impero delle Ombre) on drums, il grande Bud ci sbatte in your face un altro piccolo capolavoro di puro ,duro e incontaminato Heavy Metal che esclude e rende inutili i continui riferimenti ai maestri del genere, dei quali comunque facevano parte pure la premeva, inimitabile e imprescindibile Strana Officina. Se l'iniziale "Eye Of The Storm" è terremotante heavy'n'roll , la seguente "Mr.Cypher" contrappone all'iniziale hard'n'heavy corroboranti accelerazioni all'altezza del refrain ,che si sublimano nell'infernale heavy speed di "Dragon's Lady" che pone sul proscenio la micidiale sezione ritmica di Bid and Dario,pur non disdegnando escursioni nell'hard de luxe del break centrale, sul quale svetta il geniale guitar work dell'inossidabile Leo, ancora sugli scudi pure nella seguente e riffatissima "Fool No More". "Dead Men Walking" alla melodica parte iniziale contrappone uno sviluppo assai epico e dinamico pur rimanendo nel rassicurante alveo del metal rock più puro ed iconoclasta che si possa ascoltare di questi tempi. L'acustica "Prelude" introduce l'heavy epic della comunque durissima "Camelot" , perfetto contraltare della bellissima e conturbante "Voices In The Night" che racchiude in sé pure imputs alla Pink Floyd, grande il solos di Leo…insomma The Dark Side of… the heavy metal. Se "Metal Show" è superbo hard'n'heavy dai bellissimi testi in lingua madre,la seguente e commovente "La Luna e Già.."dedicata a Marcellino Masi,primo guitar player della Strana Officina, è l'ideale alternativa all'Autostrada per il Paradiso .Delle due extra tracks della special edition in mio possesso,prediligo senza dubbio la furiosa "Warrior Creed" anche se l'hard'n'blues di "Rule The Lightning",bellissimo il break centrale quasi prog, certo non mi lascia indifferente.La produzione è semplicemente perfetta e lasciatemi dire ragazzi che la prestazione del grande Bud è semplicemente esagerata…………..Buy or Die!!!!!!!!!!
THE ROADLESS“R-evolution” (Vrec Record/Andromeda Distribution) VOTO – 80 PER CHI ASCOLTA – modern rock…..
……perché se pure di hard rock si tratta, il particolare sound del gruppo veronese, giunto al secondo lavoro, presenta connotazioni sleaze, punk rock a là Green Day , Foo Fighters e Nirvana, pur rimanendo sempre e comunque nell'alveo di un solare rock'n'roll,come nell'iniziale e irruente "A Thing That Set You Free",senza dimenticare peraltro velate allusioni ai Police come nella debordante "Excuses" .Se "Our World" è una gradevole e classicissima ballad, la seguente "Fake"è un micidiale punk'n'roll di chiara matrice Green Day ,numi tutelari pure della dannatamente sleaze "How Many Times" . "Pearls" chiama in causa ancora una volta il gruppo di Kurt Cobain,pur rimanendo furbescamente hard'n'sleazy, mentre "Back To The White Dunes" è una deliziosa hard ballad impreziosita da un break centrale melodicissimo con tanto di violino e dalle vocals assai ispirate del nuovo arrivato Claudio Nicoletti. "What If" è ancora dinamitardo punk'n'roll che nulla ha da invidiare ai Foo Fighters,seguito a ruota dall'altrettanto potentissima "No One" che anticipa la conclusiva "Jim The Special",altro divertentissimo hard'n'roll dal formidabile appeal radiofonico.Detto che la produzione a cura di Andrea Martongelli (Artemis) e Alessio Garavello è ottima ,devo scusarmi con i ragazzi del gruppo, Gianluca Aldegheri e Loris Ruffo on guitars,Manuel Stoppale on bass e Giulio Marcolungo alla batteria per i continui riferimenti ai gruppi "stranieri" ma era mia intenzione far capire ai ragazzi italiani che,anche venendo da Verona,si Può suonare musica di livello internazionale,davvero non inferiore ai tanto glorificati gruppi fin troppo nominati………
SHABBY TRICK “Badass” (Jolly Roger Records/Masterpiece) VOTO – 80 PER CHI ASCOLTA – Heavy glam'n'roll
Originariamente edito nel 1989 solo in vinile e successivamente ma solo per il mercato japs in cd,il primo lavoro di Andy Sixtynine on vocal,Max Bronx on guitar,Andrea Castelli on bass e Alex Marcelli on drums,vede ora la luce anche in Europa grazie alla JRR,debitamente rimasterizzato e con l'aggiunta di ben 5 bonus tracks di cui 4 provengono dal demo del 1987 .Il sound proposto dal gruppo toscano partendo dalla NWOBHM, arriva ad inglobare stilemi sleaze and street pur restando goliardamente glam'n'roll,insomma una letale mistura di Skid Row,Faster Pussicat,Poison,London e Wasp che trova nei Wrathchild l'elemento catarchico,come del resto ben evidenzia il selvaggio heavy'n'roll dell'iniziale "Tonight I Rock". "Danger" è hard'n'glam track invero degna di Poison e primi Motley Crue e se l'assai dinamica"I Want Your Body" si avvale di crudissime sonorità street and sleazy,la seguente "Anything To Hold You" è una struggente ballad che nulla deve invidiare agli altisonanti gruppi appena menzionati.La selvaggia "Crazy Girl" riporta il tutto nei territori di caccia dei Wrathchild,mentre "Scarred" è attestata su perverse accelerazioni al limite dello speed pur rimanendo dannatamente sleaze and glam. "Cool Boy" è simpatico glam'n'roll forse troppo scolastico ma assai piacevole a sentirsi,come del resto lo è "Fallin'Star" spensierata ma comunque durissima nel riffing portante ,a cui segue la ben più tosta "Stripped To The Skin", sorta di hard'n'bluesy track accelerata nel refrain, che conclude la scaletta del vecchio vinile.Delle bonus tracks sono senz'altro degne di nota "Time To Kill",altro dinamitardo glam'n'roll a là Wasp e "It's Not A Game" martellante hard rock di chiara estrazione London…..
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