Speciale Muskelrock 2019


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L'Antro di Ulisse Vol. XXII


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L'Antro di Ulisse, Volume VIII

L'ANTRO DI ULISSE

Tales from the NWOBHM, and more... Volume VIII, a cura di 

 

MAELSTROM

(Maelstrom)

BlackWidow/Masterpiece

VOTO – 85

PER CHI ASCOLTA – progressive rock

 

Originariamente uscito per il solo mercato canadese nel 1973 con il titolo “On the Gulf”, l’unico album di questa formazione americana vede ora la luce grazie alla sempre attenta etichetta genovese. Il sound proposto è un mixing fra Gentle Giant, Soft Machine, Henry Cow come ben si evince dall’iniziale “Ceres” che comunque denota tutto l’amore del gruppo per la scena di Canterbury grazie ai fiabeschi rimandi ai Caravan, davvero bello in questo caso  l’inciso di flauto che ne impreziosisce il sinfonico in crescendo. La seguente “In Memory”, all’incedere jazz and fusion contrappone maestose aperture ancora di matrice sinfonica che grazie al contrapporsi di sax,piano e harpsychord e vibraphone non possono che ricordare i leggendari National Healt.

“The Balloonist” pur rimarcando le influenze citate all’inizio,si fregia di cangianti input invero degni dei Van Der Graf Generator ai quali è dedicata pure la delicata “Nature Abounds”.”Alien”

è caratterizzata da un sofferto duetto fra piano and vocals degno preludio alla sognante “Chronicles”

senza dubbio l’episodio migliore dell’intero lavoro che contrappone al mood a là Strawbs, uno sviluppo sinfonico a cavallo fra Soft Machine e Gentle Giant. Mi piace assai pure “Law And Crime” che  finalmente libera da orpelli vari,dimostra nel suo essere cangiante pop and prog,grande il flauto contrapposto al mellotron, che davvero non è necessario complicare le cose per renderle piacevoli all’ascolto.Stesse considerazioni per la conclusiva  e struggente “Below The Line” che, introdotta da piano,flauto e chitarre acustiche si sviluppa poi secondo i canovacci cari al gruppo.

Completano questa preziosa ristampa due inediti live che dimostrano quanto il gruppo di Robert Owen(acoustic guitar,sax,mellotron,piano and vocals), James Larner (flute,vibraphone),Mark Knox

(Hammond, harpsichord) e Jeff Mullen (lead vocals,electric guitar), ci sapesse fare.     

 

THE MUGSHOTS

(Love, Lust and Revenge)

Alka Record Label/Black Widow

VOTO – 80

PER CHI ASCOLTA – alternative rock.

 

Terzo lavoro per la band bresciana, prodotto da Dick Wagner (Alice Cooper, Lou Reed) ma assoluta novità per il sottoscritto. A dispetto del look da tenebrosi ragazzacci di strada, i ragazzi costruiscono un sound assai composito,ma personalissimo nel suo divenire proprio perché le molteplici influenze palesate, sono sapientemente dosate e amalgamate grazie anche all’innegabile bravura esecutiva.

L’iniziale “Nothing At All” pur permeata da un soffice flavour prog a là Genesis,le vocals di Mickey E.Vil e il bellissimo inciso di piano di  Erik Stayn ne sono testimonianza, si fregia di input trasversali che chiamano in causa sia  le impennate new wave degli ormai dimenticati Stranglers, che il rock teatrale e sornione di David Bowie nume tutelare pure nella seguente e più sanguigna  “Under My Skin”, pregna comunque delle drammatiche atmosfere dell’Alice Cooper di “Killer” e “Love It to Death”. Ancora un malinconico piano sorregge e guida un solo guitar da brividi che prelude e caratterizza la struggente “Curse The Moon” dark rock ballad che assomma in sé tutto lo scibile musicale del gruppo. Davvero un grande brano che prelude all’irrompere dello psicotico hard rock di “Free” con lo stesso Wagner alle vocals. La conclusiva “Pass The Gun Around” è una rock ballad composta dal duo Wagner/Cooper, che il gruppo comunque rende propria grazie al retrogusto prog che la pervade.Insomma,davvero difficile rendere a parole questi 30 minuti di musica e proprio per questo, pur non gridando al miracolo, ne consiglio all’ascolto.         U.C

 

BLACK MAMA

(Black Mama)

Andromeda Relix

VOTO – 90

PER  CHI ASCOLTA – Southern-hard’n’blues rock

Fondata nel 2009 da Nicolò Carozzi(ex Lavoirlinge),la band veronese si caratterizza per un sound che pur partendo dall’hard rock,si muove entro coordinate sonore che vanno da Allman Brother e ZZTop a Rory Gallagher passando per Led Zeppelin,Free,Cream. La sezione ritmica discreta ma possente del duo Andrea Marchioretti/Paolo Stellini rispettivamente drums and bass,ben sorregge le scorribande delle guitars di Nicolò anche pregevole vocalist e Gianluca Nordera come ben testimonia del resto l’iniziale “’41-‘61” torrido southern rock dal micidiale appeal ,che mette subito in chiaro che il gruppo è ben lontano dal mero riproporre consunti stilemi musicali,grazie a corroboranti stop and go di matrice hard,grande l’accellerazione del break centrale,invero degna pure dei Molly Hatchet . “Tell Mama” di Etta James è riproposta in chiave dannatamente southern rock pur conservando tutto il dirompente flavour funky  che la caratterizzava. “Blues Is Blues” rilegge gli Allman Brothers alla luce del funambolico hard rock di Rory Gallagher,omaggiato nel delirante intreccio delle due soliste che impreziosisce il brano, mentre “The Slow One” è un blues rock dal sofferto appeal che denota quanto il gruppo conosca e interpreti da par suo quanto insegnato a suo tempo da leggende del blues quali Muddy Water ma soprattutto John Lee Hooker.

La rutilante “Round Midnight” sembra addirittura uscita dal songbook del Clapton ispiratissimo del periodo Cream,pur richiamandomi alla mente le digressioni funky’n’metal dei Grand Funk Railroad. Davvero bravi i quattro veronesi che nel durissimo hard’n’blues di “Black Mama” ,

mettono comunque in mostra tutto il loro background hard’n’metal,cosa questa che caratterizza pure la seguente “Snake Out Blues”,altro episodio di pesantissimo hard’n’blues che chiama in causa

pure i Mountain di Leslie West.Conclude il tutto la martellante “Keepin’ My Style”,sospesa fra Zeppelin e Free,pur restando dannatamente personale.Grande lavoro,impreziosito pure da un bellissimo digipack e da una produzione maiuscola.                                                          U.C

 

PSYCHO PRAXIS

(Echoes From The Deep)

Black Widow Records/Masterpiece

VOTO – 75

PER CHI ASCOLTA -   progressive rock

Ennesimo gruppo italiano all’esordio,sono di Brescia, con un sound assai composito che spazia fra Areknames e Orne,passando per riferimenti più o meno volontari a Still Life, Greenslade e Jethro Tull. Il gruppo  è tecnicamente perfetto ma a mio giudizio, i brani sono ancora un poco anonimi e assai prolissi,forse perché la carne al fuoco è veramente troppa e questo rende il tutto poco fruibile. L’iniziale “Privileged Station” ad esempio,pur essendo assai pregevole nelle intenzioni,si contorce su se stessa,fra deflagranti esplosioni di chitarra e flauto, soffici interludi per solo flauto e ripartente hard and prog che in alcuni frangenti mi hanno ricordato pure i Caravan .La seguente “P.S.M.”è forse l’episodio migliore dell’intero lavoro:alla dolce parte iniziale si contrappone uno sviluppo sonoro che mixa il flavour agreste dei Jethro Tull, la genialità composita dei Soft Machine e il solenne incedere dei Black Widow più progressive anche se mi convince poco la voce,invero troppo asservita alla musica. La sognante “Hoodluns” è sospesa fra Van Den Graf Generator e i Pink Floyd del periodo Barrett, anche se l’uso delle tastiere ricorda senz’altro pure gli Atomic Rooster,mentre

La malinconica “Black Crow” è ancora permeata da flavour psichedelici,improvvise e solari aperture a là Genesis, anche se poi l’irrompere prepotente del flauto ne cambia ancora le coordinate sonore,mentre le strumentale “Awareness” non mi piace proprio,essendo in buona sostanza fin troppo derivativo e acerbo nel suo divenire. Conclude il tutto “Noon” è invece un ottimo brano di progressive rock,che pur omaggiando i May Blitz, fa propria la lezione degli Still Life. Insomma,un

Discreto esordio,ben suonato e assolutamente sincero nel suo voler riproporre le sonorità dei ’70, anche se a mio giudizio,(discutibile fin che si vuole) il gruppo deve darsi delle precise direttive musicali,per evitare di perdersi in una miriade di citazioni che inficiano il risultato finale.   U.C.          

 

FLOWER FLESH

(Duck in the Box)

Black Widow Records/Masterpiece

VOTO – 75

PER CHI ASCOLTA – progressive rock

 

Altro gruppo italiano all’esordio per la sempre attenta etichetta di Genova.Sono di Savona e propongono un progressive rock fra passato e presente,con riferimenti sia ai Pallas che ai Dream Theater come ben testimonia del resto l’iniziale “Falling In Another Dimension”,composizione comunque appena discreta constatata l’estrema banalità dell’assunto sonoro.Molto meglio la seguente “My Gladness After The Sadness”,ispiratissime le keyboards del bravo Alberto Sgarlato,che abbeverandosi alla fonte della P.F.M.  ma soprattutto dei misconosciuti Celeste e De De Lind , ne sviluppa le coordinate sonore secondo l’ottica new prog degli IQ,a mio giudizio la fonte principale d’ispirazione per il gruppo. Ottimo il melodicissimo break centrale con le vocals in lingua madre di Marco Olivieri che preferisco di gran lunga a quelle fin troppo scolastiche del singer Daniel  Elvstrom . “It Will Be The End”  con la chitarra di Marco in evidenza è un discreto brano di new prog, il cui unico difetto è di essere fin troppo sempliciotta nel costrutto sonoro generale. “God Is Evil” è invece e un poco a sorpresa , dedicata ai Doors soprattutto nel cantato e nell’uso dell’organo,pur godendo di uno straniante flavour dark and prog. A mio giudizio questo brano è lo specchio di quanto il gruppo ancora non sappia finalizzare al meglio le enormi potenzialità compositive ed esecutive del gruppo savonese ,come ben si evince del resto all’ascolto della seguente “The Race Of My Life”, ottimo brano di progressive rock made in italy,pur saldamente ancorato al metal prog del Teatro Dei Sogni. Al contrario, “Antartica” è assolutamente anonima ,derivativa e dispersiva per risultare piacevole,mentre la conclusiva “Scream And Die”

Dimostra ancora una volta che le capacità ci sono, se indirizzate al meglio….                       U.C.

 

 

CROWNED IN EARTH

(A Vortex Of Earthly Chimes)

Black Widow Records/Masterpiece

VOTO – 80

PER CHI ASCOLTA -  Progressive hard ‘n’dark rock

Se la bellissima copertina in stile Yes,indica un amore sviscerato per il progressive dei seventeen,il sound del gruppo testimonia  ben altro. L’iniziale “Ride The Storm” è propedeutica in tal senso:al riffing guitars  doomy and dark che sorregge l’intera composizione (quasi 13.00 minuti) si contrappongono infatti, lisergiche improvvisazioni sospese fra Orne, Atomic Rooster e Hawkwind,

onirici breaks a là  Pink Floyd e stranianti vocals rimembranti pure gli Eloy. Insomma almeno in questo brano non ci si annoia mai, anche se il fatto che il leader del gruppo Kevin Lawry oltre che vocalist suoni pure chitarra,tastiere e bass,limita alquanto la creatività del gruppo,cosa questa almeno in parte mitigata solo dagli  interventi del mellotron di Brian J.Anthony . La seguente

“Watch the Waves” è ancora caratterizzata dalla potenza dell’heavy dark dei Black Sabbath ,pur mediata dal proto-doom di Pentagram e Cathedral, il tutto reso meno sepolcrale da melanconici breaks psyco-prog di indubbia bellezza che si sublimano nel meraviglioso in crescendo space prog che  spezza il funereo incedere di un brano comunque ancora forse troppo lungo. L’heavy doom di “World Spins Out Of Key” dimostra infatti che probabilmente il formato canzone,rende il sound del gruppo più compatto,immediato e assai più fruibile,mentre “Winter Slumber” contrappone stupende melodie folk and prog a vorticosi breaks psycho-prog  e micidiali digressioni doomy and dark.La conclusiva “Given Time”è pumplea e assai oscura nel suo incedere solenne e quasi epico impreziosita vieppiù da ancestrali e fiabeschi inserti di mellotron.                             U.C.   

 

 

ARABS IN ASPIC

(Pictures In A Dream)

Black Widow Records/Masterpiece

VOTO – 85

PER CHI ASCOLTA – progressive rock

Se non sbaglio giunto al terzo album il gruppo norvegese prosegue la sua rilettura del prog dei seventeen,spaziando fra Nice e Caravan come ben testimonia  l’introduttiva “Rejected Wasteland/Pictures in a Dream,non disdegnando puntate nell’hard rock psichedelico di fine anni ’60 ,Doors e Procol Harum tanto per capirci  e la seguente “Let U.S.Pray” ne è la prova.Ma davvero le influenze più o meno latenti del gruppo sono innumerevoli e infatti con “You Are Blind”,che alterna deliziosi intermezzi prog a pulsioni heavy dark,sono chiamati in causa pure i Black Sabbath.

Se la sognante “Felix” rimanda ai Pink Floyd meno sperimentali ,la seguente “Hard To Fine” pur godendo di un hammond in stile Doors,si giova di arrangiamenti hard rock che nella seguente “Difference In Time” si colorano di Profondo Porpora Mark 1 . “Lifeguard@Sharkbay” è squisitamente progr,pur ammettendo la pesantissima influenza di Nice e King Crimson. “Ta Et Steg Til Siden” e la seguente “Vi Motes Sikkert Igjen” sono hard rock nel costrutto ma progressive nelle intenzioni ,con la seconda palesemente ispirata alla band di Robert Fripp. Deliziosa “Prevail To Fail” è una deliziosa ballad sospesa fra Yes e Caravan,mentre la conclusiva “Pictures In A Dream”

È puro progressive rock made in Canterbury e conclude un lavoro piacevolissimo a sentirsi ,

anche se a mio giudizio,manca forse di quel pizzico di personalizzazione che non avrebbe guastato,vista la qualità delle eccellenti composizioni……….                                         U.C.

 

CURVED AIR

(Live Atmosphere)

Curved Air Records/Black Widow distribution

VOTO – 85

PER CHI ASCOLTA – progressive rock

Ho sempre ritenuto i Curved Air,l’alter ego dei Renaissance dell’inarrivabile Annie Haslam, dai quali si distinguevano per il  personalissimo sound che, al progressive aggiungeva dosi massicce di Folk tzigano e hard rock  amalgamando il tutto con melodie debitrici alla West Coast ,non disdegnando pure riferimenti ai Jefferson Airplane dell’altrettanto maliarda Grace Slick.

Dopo la ricostituzione del 2oo8 e il conseguente “Reborn”,dove il gruppo riproponeva vecchi classici + due inediti,ecco puntuale il live che ben testimonia l’ottimo stato di salute della sempre sensuale Sonja Pristina,singer di indubbia classe ,che con il solo drummer Florian Pilkington-Miksa

Garantisce la continuita stilistica di una band completamente rinnovata. Certo Paul Sax al violino,Kit Morgan on guitars,Robert Norton on keyboards e Chris Harris.non sono all’altezza dei vari Darryl Way,Francis Monkman o Eddie Jobson.ma  sono comunque ottimi musicisti e rendono al meglio classici quali la dolcissima “Marie Antoinette” o l’hard  spumeggiante di “Proposition”.

La composita e affascinante “Easy”,l’hard and prog della tzigana “Hide And Seek” ,la sognante “Screw”, il superbo progressive sinfonico di “Phantasmagoria” dalla magnifica melodia folk con il violino di Paul Sax in evidenza,precedono l’inarrivabile  e malinconica “Melinda” e la frizzante

“Everdance”.Insomma un sound davvero unico quello dei Curved Air,invero degno di essere messo sullo stesso piano dei vari King Crimson,Genesis,E.L.P. e appunto Renaissance pur avendo prodotto molto meno durante la loro carriera.Degne di menzione pure la maestosa “Back Street Luv”vero manifesto sonoro del gruppo e la conclusiva e rutilante “It Happened Today”.Il dvd invece è davvero deludente in quanto consite in una sorta di breve documentario sui retroscena dello show et similia.Peccato perché avrei preferito l’ovvia riproposta in video dello show.La con fezione grafica del digipack è al contrario spettacolare.                                                    U.C.